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25 maggio: l’Italia come l’Ucraina?

È sconcertante assistere all’operazione di propaganda sulle elezioni europee messa in atto dai dioscuri quirinalizi e chigiani mentre si oscura che la più grande questione del 25 maggio sarà lo svolgimento delle elezioni previste in Ucraina per dare legittimità ad un governo Cia-Nato, con la partecipazione di oltraggiosi soggetti neonazisti.

In Europa si svolgono numerose manifestazioni, anche violente, contro la propaganda europeista e contro le ignobili misure di austerità e di sfondamento dell’ordine costituzionale che si stanno mettendo in atto. In Ucraina, le principali città sud orientali sono state occupate da cittadini in armi che reclamano la federalizzazione del paese rifiutandosi di riconoscere l’autorità del governo di Kiev. Tutto questo mentre a Ginevra si riuniscono Ue-Usa-Russia-Ucraina per tentare di trovare una soluzione (pacifica) e mentre in queste ore è stato convocato all’Onu un Consiglio di Sicurezza d’urgenza. In Ucraina sembra essere arrivato il capo della Cia, John Bremmen, in qualità di consigliere del governo golpista e si annuncia l’imminente visita del vice presidente Usa, John Biden. In Europa, si sta per decidere la nomina di David O’Sullivan ad ambasciatore Ue a Washington con la finalità di garantire il consolidamento dell’Opa di Obama sull’Europa attraverso l’inazione dell’accordo transatlantico di libero scambio (Ttip).

Le due situazioni combinate sul 25 maggio sono foriere di un disastro in Europa, con gravissime conseguenze per l’Italia. Il rischio principale è che l’apparente ordine europeo si sfasci in modo scomposto dopo che la metà degli elettori si sarà rifiutata di votare, mentre in Italia si potrebbe sviluppare una massiccia insurrezione contro il governo Renzi secondo linee demografiche ed economiche che sono note da tempo. La correlazione tra le reazioni delle minoranze russofone e russe in Ucraina e le manifestazioni contro il Renzi dal smagliante sorriso in Italia è la medesima condizione di insopportabile distruzione della speranza e delle prospettive di avere una vita dignitosa in futuro. In Ucraina protestano coloro che rischiano di perdere i pochi vantaggi derivati dall’industrializzazione mentre in Italia sono coloro che, essendo in età lavorativa, sono già stati calati in una situazione di povertà e indigenza economica e sociale.

Risparmiatevi pure le solite illazioni di gufaggine, populismo o altro che vi aggradi. Svegliatevi dal rimbambimento mediatico e guardate bene in faccia la realtà che si sta profilando in queste ore, sotto i vostri occhi.


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