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Wall Street Journal analizza le sfide dell’Eni guidata dallo scaroniano Descalzi

Dopo il Financial Times, un altro quotidiano economico, il Wall Street Journal, passa al setaccio il percorso dalle grandi aziende di Stato italiane, con riferimento particolare al gigante degli idrocarburi Eni, dopo la tornata di nomine decise dal governo Renzi.

L’ATTENZIONE PER IL GRUPPO
L’avvicendamento come amministratore delegato tra Paolo Scaroni e Claudio Descalzi (nella foto) è un argomento di interesse per la finanza internazionale, che guarda alle prossime mosse del gruppo tenendo ben presente che la nomina del manager, da 33 anni a servizio del Cane a sei zampe, rappresenta una scelta di continuità più che di rottura. E forse proprio per questo, come prima reazione, è stata premiata dai listini (Eni è l’unica azienda fresca di nomine a non avere avuto ieri il segno meno oltre il mezzo punto percentuale).

STAFFETTA INDOLORE
Descalzi, spiega il Wsj, “è stato incaricato di eseguire il piano di Scaroni“, ovvero “concentrare gli investimenti di Eni sulla scoperta di nuovi giacimenti di petrolio e gas“.
Un ruolo per il quale il nuovo ceo risulta particolarmente adatto, perché, come sottolinea la testata, è “un ingegnere petrolifero che ha trascorso gli ultimi tre decenni facendo prospezioni per conto di Eni in luoghi come l’Africa sub-sahariana e il Medio Oriente“.

“ROTTAMAZIONE” A METÀ
La messa da parte Scaroni, “uno degli uomini d’affari più resistenti e politicamente collegati d’Italia“, con “alcuni problemi giudiziari” è considerata dunque dal Wsj una “rottamazione” dolce, ma per il momento riuscita a metà per il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nei giorni caldi della crisi ucraina e dopo gli incontri del premier italiano con Barack Obama e David Cameron, la nomina di Descalzi pare inoltre allontanare i timori di chi immaginava che un cambio alla guida del gruppo sarebbe coinciso con un accantonamento della collaborazione energetica con Mosca, avversata dal mondo anglosassone ma legata finora a doppio filo anche dai rapporti tra l’ex premier Silvio Berlusconi (grande sponsor di Scaroni, come ricorda il Wsj) e il presidente russo Vladimir Putin.

UNA STRATEGIA VINCENTE
Sempre riferendosi alla strategia del Cane a sei zampe, che il quotidiano economico americano ritiene continuerà a perdurare, il giornale spiega che “nei suoi nove anni come amministratore delegato di Eni, Scaroni ha presieduto una serie di grandi scoperte di petrolio e gas, evitando il tipo di grandi acquisizioni nordamericane di scisto che hanno pesato sui suoi concorrenti“.
Invece, l’ex ceo ha spinto Eni esplorare Paesi politicamente difficili come la Libia e di varie nazioni africane che i concorrenti hanno per questo evitato, ma dove la società ha incontrato condizioni favorevoli.

L’AUGURIO DI SCARONI
Che il passaggio di consegne sia per il momento una mera formalità lo conferma lo stesso Scaroni, che nell’articolo sul Wsj dice di essere “molto contento che Descalzi sia stato nominato ad di Eni”. I risultati “che abbiamo ottenuto con la sua direzione generale alla divisione esplorazione e produzione parlano da soli- rimarca. Appoggio fortemente la sua nomina“.

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