In area Euro forte calo dei tassi periferici, a fronte di andamento opposto nel caso dei titoli tedeschi. Lo spread italiano sul comparto decennale è pertanto arrivato in prossimità dei 155pb, minimo da maggio 2011.
SGUARDI SU FRANCOFORTE
L’attenzione degli operatori continua ad essere focalizzata sulle possibili nuove manovre non convenzionali della BCE, in attesa domani di un discorso di Draghi sul ruolo delle banche centrali nel prossimo ventennio. Ieri Coeuré, membro francese della BCE e responsabile delle operazioni di mercato, ha dichiarato che l’apprezzamento dell’euro dal 2012 ad oggi ha contribuito all’attuale basso livello di inflazione, giustificando pertanto ulteriori manovre accomodanti. A tal proposito Coeurè ha fatto esplicita menzione alla possibilità di un taglio del tasso di riferimento e/o del tasso sui depositi.
I PIANI DELLA BCE
Durante lo scorso fine settimana, il quotidiano tedesco Welt am Sonntag aveva riportato l’indiscrezione secondo cui la BCE dal primo di aprile avrebbe modificato le regole di accettazione del collaterale, considerando stanziabili anche i titoli con rating BBB(low) da parte dell’agenzia canadese DBRS. In precedenza il rating minimo accettato con riferimento a DBRS era BBB. In questo modo diventerebbero stanziabili anche i titoli portoghesi,che presentano rating BBB(low) da parte di DBRS. Sul fronte macro, l’indice di fiducia dei consumatori in area euro è arrivato ad aprile al massimo da ottobre 2007.
CHE COSA PENSA LA FED
Negli Usa tassi sostanzialmente stabili, permanendo poco al di sopra del 2,70% sul comparto decennale. Questa mattina, un articolo di Jon Hilsenrath, noto “Fed watcher” del WSJ, sottolinea come la Fed nel prossimo incontro del 30 aprile potrebbe proseguire la riduzione del piano di acquisti per ulteriori 10Mld$, rimanendo però vaga sul timing del primo rialzo dei tassi. Tale approccio comunicazionale, sarebbe attribuibile alla necessità da parte della Fed di avere più tempo per chiarire alcuni “misteri della ripresa”. Tra questi ultimi Hilsenrath ne annovera in particolare tre: 1) il perdurante basso livello di inflazione; 2) la perdita di forza della ripresa del settore immobiliare. Come evidenziato dai dati pubblicati ieri, le vendite di case esistenti sono calate a marzo, risultando in ridimensionamento in sette degli ultimi otto mesi; 3) la bassa crescita della produttività. Oggi attesi i dati sulle vendite di nuove case di marzo.