Rivoluzione o bluff? Le linee-guida presentate dal governo Renzi in tema di riforma della pubblica amministrazione stanno provocando un acceso dibattito nel mondo politico e nella burocrazia. Le critiche più radicali provengono dai rappresentanti delle realtà più coinvolte nel funzionamento dell’apparato statale: organizzazioni sindacali, lavoratori dipendenti, responsabili dirigenziali.
È per tale ragione che Formiche.net ha voluto interpellare Pompeo Savarino, presidente dell’Associazione delle classi dirigenti delle amministrazioni pubbliche che poche settimane fa aveva bollato come “irresponsabili e non istituzionali” le promesse del premier di “intervenire con la ruspa nella Pa e di intraprendere una lotta violenta contro la burocrazia”.
(LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI RENZI E MADIA FIRMATE UMBERTO PIZZI)
Come giudica il programma di rinnovamento della macchina statale annunciato dall’esecutivo?
Prendo atto che i toni del premier si sono notevolmente moderati. Il premier non parla più di “lotta violenta alla burocrazia” né di “ruspe nella Pa”. E mi auguro che il Renzi 2.0 visto in conferenza stampa non duri il tempo di una stagione pre-elettorale. Riguardo all’impianto della riforma c’è un punto che ritengo inaccettabile.
Quale?
L’abrogazione della figura del segretario comunale conosciuta fino ad oggi. Un dirigente che diviene titolare dell’organizzazione amministrativa locale grazie alla vittoria per merito in un concorso pubblico. E che lavora alle dipendenze del Ministero dell’Interno. A questo alto funzionario il governo presieduto da Mario Monti aveva attribuito la responsabilità del Piano anti-corruzione. Forse nel loro operato i segretari comunali hanno “provocato fastidi” a qualche amministrazione?
(LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI RENZI E MADIA FIRMATE UMBERTO PIZZI)
Pensa che Renzi sia guidato da un’ostilità atavica verso la burocrazia, risalente all’esperienza di sindaco?
Non lo so. So che collocare in una posizione di tale delicatezza una persona di fiducia del primo cittadino al posto di chi ha superato una selezione istituzionale non risponde ai principi meritocratici. La prima è tenuta a rispondere al politico eletto e non può avere la schiena dritta di fronte alle sue iniziative. La seconda può avanzare critiche nell’esclusivo interesse della comunità e senza temere per la permanenza nell’incarico. Non vogliamo “dirigenti-consulenti” scelti dai partiti al di fuori del concorso pubblico previsto dalla Costituzione. I responsabili delle strutture amministrative devono ricevere dalla politica un indirizzo limpido, ed essere liberi nell’attività quotidiana senza indebite ingerenze.
La riforma della burocrazia è dunque un bluff?
Tutti gli annunci fatti dal premier sono condivisibili. Non si può essere in disaccordo sui principi ispiratori: riduzione degli enti inutili, taglio delle aziende municipalizzate fortemente volute dai sindaci per eludere le norme sugli appalti e sulle assunzioni del pubblico impiego, accorpamenti e semplificazioni, svecchiamento e innovazione della Pa, snellimento della giustizia amministrativa. Ma voglio leggere con attenzione i testi legislativi.
Il governo punta ad abrogare l’istituto del “trattenimento in servizio di persone in età pensionistica”.
È giusto. Così possiamo ringiovanire la Pa immettendo energie fresche e promuovendo un processo di innovazione culturale nella burocrazia.
(LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI RENZI E MADIA FIRMATE UMBERTO PIZZI)
Tuttavia non è stata specificata l’entità dello sblocco del turn over.
L’assunzione di personale sostitutivo dei lavoratori che vanno in pensione ha un costo e richiede coperture finanziarie certe, come per tutte le misure preannunciate dall’esecutivo. Prima di intervenire sul prepensionamento dei dipendenti della Pa, ritengo in ogni caso prioritario risolvere il problema dei 300mila “esodati” che a causa delle nuove regole previdenziali da due anni si trovano prive di reddito.
Renzi e Madia assicurano che gli 85mila lavoratori in esubero nella burocrazia non rischiano alcun licenziamento.
Ne prendo atto. Fino a prova contraria ci dovremmo fidare.
Condivide l’introduzione di criteri stringenti di mobilità e produttività per i dirigenti pubblici?
L’idea del ruolo unico della dirigenza prefigurato dal premier va benissimo. Ma penso che tale parametro debba essere applicato per tutte le categorie professionali della Pa. A partire dai professori universitari, i quali spesso mantengono il ruolo di docenti ordinari pur svolgendo attività di consulenza che li tengono lontani dagli atenei e dagli studenti. Anche la loro carriera deve essere soggetta ogni tre anni a valutazioni di merito.
(LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI RENZI E MADIA FIRMATE UMBERTO PIZZI)
È d’accordo sul tetto di 240mila per le retribuzioni dei manager?
Eticamente lo reputo giusto, alla luce della difficile situazione che sta attraversando l’Italia. Se poi fra tre anni ritorneremo a essere un’economia florida potremo aumentarlo.
E sulla riduzione del 50 per cento dei distacchi sindacali?
Il principio è corretto ma non conosco l’entità del fenomeno. Va benissimo se si tratta di 30mila permessi. Molto più discutibile se i distacchi sono 500. La ragione profonda dell’iniziativa è tutta politica: un messaggio diretto alle organizzazioni confederali per spingerle a un atteggiamento più comprensivo nei confronto della riforma.
Il premier ha aperto il progetto al contributo di tutte le realtà attive nell’apparato statale.
Nell’innovazione della pubblica amministrazione Renzi sta adottando il “metodo Grillo” di democrazia sul Web. Ritengo corretto che cittadini e lavoratori dipendenti partecipino. Ma perché un metodo analogo non viene scelto su tutti gli interventi politico-istituzionali? Per quale motivo non viene proposto un referendum telematico sull’Italicum?
(LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI RENZI E MADIA FIRMATE UMBERTO PIZZI)