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L’Italia (in bilico) secondo il Wall Street Journal

L’Italia, al pari degli altri Stati dell’Eurozona, si sta lentamente tirando fuori da un lungo periodo di recessione. Ciò dà l’impressione che la crisi si stia affievolendo. La difficoltà nel rinnovare il proprio sistema economico, però, dimostrerebbe che nella Penisola la crisi non si stia allontanando, ma stia piuttosto mutando forma, passando da una condizione acuta ad una di cronicità.

POCA CRESCITA
È l’analisi del Wall Street Journal, secondo cui, senza una crescita più veloce, nel nostro Paese potrebbe fare nuovamente capolino “la paura dell’insolvenza“, a causa di un ulteriore aumento del debito pubblico (attualmente oltre i 2 trilioni di euro, al 133% del Pil) e il rinnovarsi delle tensioni sul mercato dei titoli pubblici e sul fronte dello spread come nel 2011 e 2012.

EFFETTO RENZI
Il quotidiano finanziario spiega come il “dinamico” nuovo primo ministro Matteo Renzi con la sua esuberanza e i piani ambiziosi stia cercando di “spezzare l’impasse” che contraddistingue la situazione politica ed economica italiana, rimarcando però le difficoltà perduranti nel rinsaldare la crescita, dovute non alla congiuntura, apparentemente favorevole, quanto alla mancanza di riforme strutturali.

LE TESTIMONIANZE
Per raccontare la crisi italiana, il giornale riporta tra le altre la testimonianza di Bernardo Caprotti, che il Wsj definisce un piccolo “esempio dei persistenti problemi” della Penisola. Nel 1971 l’allora giovane imprenditore decise di acquistare un terreno per costruirci un supermercato. Sono passati 33 anni, Caprotti ha oggi 88 anni ed è diventato il proprietario di un’importante catena di negozi, Esselunga. Eppure combatte ancora con la burocrazia locale che cerca di ostacolarlo in ogni modo.

IL CAMBIAMENTO CHE MANCA
La radice dei problemi italiani – si legge – sta nel fatto che forti interessi nel pubblico e nel privato bloccano l’economia, ostacolando i cambiamenti attraverso cui bisognerebbe sostituire le vecchie pratiche con delle nuove, più efficienti ed efficaci“. Interessi che “ripetutamente frustrano ogni tentativo di dare una scossa al Paese“. Perciò – scrive ancora il Wsj – “la percezione esterna di un invidiabile stile di vita degli italiani maschera in realtà una tenace resistenza al cambiamento“.

NON SOLO ITALIA
L’Italia, sottolinea il Wsj, non è l’unico Paese a trovarsi in questa situazione, ma è “un esempio in technicolor”, la summa di tutti i problemi che affliggono l’Europa: cresce pochissimo da quasi 20 anni, dal 2008 la sua economia si è contratta del 9% e quest’anno crescerà solo dell’1%, una delle percentuali più basse del continente.

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