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Ucraina, così la guerra tra Usa e Russia si sposta nello spazio

Che la tensione tra Usa e Russia sulla crisi ucraina sia “salita alle stelle” potrebbe presto non essere più un semplice modo di dire.

LE MOSSE DI PUTIN

La più immediata risposta del Cremlino alle sanzioni americane – riporta nel dettaglio il quotidiano online Russia Today – è il blocco della vendita dei motori dei razzi di fabbricazione russa che servono per mandare in orbita i satelliti militari Usa. Nessuno stop, per il momento, a quelli civili.
La decisione, ha spiegato il vice primo ministro Dmitry Rogozin alle agenzie russe Interfax e Ria Novosti, segue la scelta americana di sospendere la concessione di nuove licenze, e revocare quelle già autorizzate, per l’esportazione per ogni prodotto di alta tecnologia che può avere anche un uso militare. Il problema preoccupa non poco gli Stati Uniti, perché i motori russi MK-33 e RD-180 sono considerati tra i migliori sul mercato.

ISS MENO LONGEVA?

Un’altra misura del Cremlino prevede il mancato rinnovo, oltre il 2020, della cooperazione con gli Usa sulla Stazione Spaziale Internazionale (alla quale collaborano 15 nazioni, tra cui l’Italia, che ha realizzato alcuni moduli), che Washington vorrebbe invece estendere fino al 2024. Lavorare a contatto con la Russia sull’Iss è obbligatorio, poiché le uniche navicelle per rifornire la stazione e dare il cambio agli equipaggi – con gli Shuttle ormai in pensione – sono le Soyuz (nella foto).

MOSCA “SPEGNE” IL GPS

Infine Rogozin ha annunciato che Mosca spegnerà da giugno gli undici ricevitori a terra del Gps americano sul suo territorio. Questo a meno che gli Usa non concedano la possibilità di posizionare nel loro Paese lo stesso tipo di antenne del sistema di navigazione russo, il Glonass.

UN SEGNALE DI DEBOLEZZA?

Ogni singolo punto di questa “rappresaglia”, condotta in risposta alle sanzioni comminate dall’Occidente per la crisi ucraina, mette fortemente in difficoltà la Casa Bianca.
Le decisioni di Putin, inoltre, scrive il Financial Times, fanno emergere la grande dipendenza degli Stati Uniti da Mosca nel settore aerospaziale. Una tesi confermata da Loren Thompson, analista del Lexington Institute con sede in Virginia. “Al momento – ha rimarcato l’ex professore dell’università di Georgetown -, i lanci di sicurezza nazionale degli Stati Uniti sono fortemente dipendenti dall’accesso ai motori russi“. Un problema che per l’esperto interroga ora in modo diretto l’intera politica statunitense, Barack Obama in testa (che intanto cerca valide alternative), sulla saggezza di affidarsi completamente a Mosca per questo tipo di servizi.

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