L’assemblea degli azionisti di Finmeccanica, in sede straordinaria, non ha approvato, per mancato raggiungimento del quorum (fissato al 75%), la cosiddetta “clausola di onorabilità”, ovvero la modifica allo Statuto della società per l’introduzione di nuovi requisiti di onorabilità e le connesse cause di ineleggibilità e decadenza dei componenti del cda; una proposta del Tesoro. In base ad essa sarebbe stato possibile rimuovere l’amministratore delegato in caso di inchiesta giudiziaria. Gli interventi degli azionisti che hanno preceduto il voto hanno fatto riferimento soprattuto al precedente dell’assemblea dell’Eni, dove non era passata la proposta del Tesoro sui nuovi requisiti di onorabilità.
IL DISCORSO DI PANSA
Nell’illustrare il bilancio 2013, in quello che è stato il suo discorso di commiato, Alessandro Pansa ha ribadito che il gruppo ha intrapreso la via della trasformazione, migliorando la sua posizione finanziaria e che i progressi compiuti da Finmeccanica nel 2013 hanno determinato un ritorno all’utile dopo 2 anni. Risultati però definiti “transitori”, dal momento che “non si può pensare che un gruppo come Finmeccanica possa essere rimesso in sesto nel giro di pochi mesi o di un anno”. “Fino a poco tempo – ha aggiunto Pansa – Finmeccanica era una nave arenata nelle secche. Oggi è stata rimessa in grado di navigare in mare aperto. Non di correre per il Nastro Azzurro, ma di affrontare una competizione che in giro per il mondo si fa sempre più agguerrita”. Le strategie avviate, ha spiegato, “se mantenute daranno benefici che si potranno vedere nei prossimi 18-24 mesi”.
IL CONSENSO DEI SOCI
L’ad uscente, che sarà sostituito da Mauro Moretti, ha quindi invitato a continuare sulla strada della ristrutturazione del business e della governance. Pansa in conclusione ha rivendicato il fatto che in Finmeccanica, a partire dal board, tutti hanno “lavorato con trasparenza e coraggio” per rimettere in carreggiata il gruppo e ha incassato un applauso dalla platea dei soci.
(I VERTICI DI FINMECCANICA PIZZICATI DA PIZZI. TUTTE LE FOTO D’ARCHIVIO)
LA PRESENZA FRANCESE
La Caisse de Depots, controllata dal governo di Parigi, è presente nel capitale con l’1,5% delle quote.