Anziché immaginare congiure internazionali ai danni del governo Berlusconi sarebbe piu’ onesto riconoscere che il de profundis per quell’esecutivo lo cantarono i mercati finanziari.
Lo spread tra Btp e Bund decennali, che a giugno del 2011 era pari a 173 punti base, a novembre era salito a quota 570. Quanto al Credit default swap (il premio per proteggersi dal rischio sovrano) che era stato nella media di 303 punti in agosto, era salito a 404 in novembre, con picchi sopra i 500.
Per non parlare dei tassi dei titoli di Stato sia a breve che a lunga scadenza ormai prossimi al limite della sostenibilita’. Tanto che la spesa per interessi nel 2012 registro’ una crescita di quasi il 22%.
Insomma, se qualcuno allora opero’ per far dimettere Silvio Berlusconi e aprire la strada al governo Monti, lo fece nell’interesse dell’Italia e dell’Europa. Noi italiani dobbiamo solo ringraziare.