Complice l’enfasi dei mezzi di informazione e degli analisti sugli scontri mediatici tra Matteo Renzi, Beppe Grillo e Silvio Berlusconi e sugli scenari derivanti da una clamorosa vittoria del Movimento Cinque Stelle, l’Europa ha ricoperto il ruolo di convitato di pietra nella campagna elettorale per il rinnovo dell’Assemblea di Strasburgo.
(TUTTI I CANDIDATI E LE LISTE AL VOTO DEL 25 MAGGIO)
SILENZIO ASSORDANTE
Tranne rare eccezioni, nessuna formazione ha voluto porre al centro della sfida la propria visione sul futuro dell’UE, sulla riforma delle istituzioni comunitarie, sui cambiamenti delle strategie economico-finanziarie. Temi che, spiega Paolo Savona, stanno mettendo a repentaglio l’avvenire dei cittadini italiani e del Vecchio Continente.
(TUTTE LE CURIOSITA’ SULLE ELEZIONI EUROPEE. SPECIALE FORMICHE.NET)
È per questa ragione che Formiche.net ha voluto mettere in rilievo le consonanze e le differenze fra i maggiori partiti su Euro-zona, austerità, BCE, lavoro, fisco e immigrazione.
MONETA COMUNE
Fautrici convinte della permanenza del nostro paese nell’Euro-zona sono le forze costitutive della maggioranza di governo. Per il Partito democratico la valuta unica è fuori discussione. Scelta europea vuole farne il perno per la costruzione di un’Europa federale e liberale entro il 2025. La necessità di “un euro migliore e più forte” è al centro del programma del Nuovo Centro-destra-Unione di centro.
(ECCO I PROGRAMMI IN SINTESI DEI MAGGIORI PARTITI PER LE EUROPEE)
Molto più articolato il panorama dei gruppi di opposizione. Un’adesione critica all’Unione monetaria è espressa da Forza Italia, persuasa che la divisa comunitaria sia troppo forte nel cambio con le altre monete e danneggi le nostre esportazioni. Il Movimento Cinque Stelle prospetta la promozione di un referendum sulla permanenza dell’Italia nell’Euro-zona se fossero confermate le strategie di austerità. Sostenitrice di uno smantellamento concordato dell’area valutaria è la Lega Nord. Per il Carroccio “l’adozione di una moneta flessibile e conforme alla realtà economica italiana rappresenta il requisito per rovesciare la marcia verso la stagnazione produttiva.
(IL PROGRAMMA IN PILLOLE DEL PD ALLE EUROPEE)
QUALE BANCA CENTRALE
L’esigenza di una riforma del ruolo e delle competenze della Banca centrale europea trova rilevanti punti di contatto nel progetto del PD e di Forza Italia, favorevoli a una politica monetaria espansiva sulla falsariga dell’esperienza statunitense e giapponese. L’obiettivo è evitare un crollo dei prezzi provocato dalla crisi della domanda di beni e servizi, spiegano gli esponenti del Nazareno. Che tuttavia non prospettano alcuna svalutazione competitiva dell’euro nel cambio con le valute mondiali. Per incoraggiare la crescita e l’occupazione, i candidati “azzurri” vogliono invece attribuire alla BCE la funzione di prestatrice di ultima istanza.
(IL PROGRAMMA IN PILLOLE DI FORZA ITALIA ALLE EUROPEE)
Ben più restrittiva la concezione delle altre formazioni europeiste. Nessun riferimento a poteri espansivi e a una più marcata elasticità nella politica monetaria dell’Euro-Tower è compiuto da NCD-UDC, per i quali la Banca centrale deve difendere e rendere la valuta unica competitiva nel mercato globale. Scelta europea punta sull’accelerazione dell’Unione creditizia come baluardo contro la speculazione finanziaria e base per una netta separazione tra istituti di risparmio e banche d’affari. Tesi ripresa dalla Lega Nord, in una singolare affinità tra due partiti agli antipodi sul piano comunitario.
(IL PROGRAMMA IN PILLOLE DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALLE EUROPEE)
COME CAMBIARE I VINCOLI DI BILANCIO
Altro punto nevralgico su cui le formazioni di Renzi e Berlusconi procedono in sintonia è una profonda innovazione dei contenuti e dei tempi del Fiscal Compact, pilastro di un’architettura finanziaria ritenuta nociva e fallimentare da un fronte eterogeneo di politici e studiosi.
Mentre il PD invoca un margine più ampio di manovra e flessibilità per gli investimenti produttivi nazionali e prefigura un “Patto del progresso sociale accanto al “Patto di Stabilità e crescita”, FI vuole promuovere un salto di qualità in senso federalista del processo di integrazione europea grazie all’unione bancaria, economica, fiscale, politica.
(IL PROGRAMMA IN PILLOLE DEL NUOVO CENTRODESTRA/UDC ALLE EUROPEE)
Restii a mettere in discussione l’architrave della costruzione economica comunitaria sono Nuovo Centro-destra-Unione di centro, che auspicano uno “stop ai derivati e alla finanza creativa”. E Scelta europea, per la quale la strada dello sviluppo parte dall’allineamento progressivo dei debiti sovrani al 60 per cento del PIL tramite un robusto piano di privatizzazione di aziende e immobili pubblici. La formazione capeggiata da Stefania Giannini ammette semmai un allungamento dei tempi del rientro nei vincoli di stabilità, alla luce della persistente recessione economica.
CONDIVIDERE I DEBITI SOVRANI
Favorevoli all’introduzione degli Eurobond per condividere, garantire e risanare a livello comunitario il passivo di bilancio degli Stati più vulnerabili sono Forza Italia e Partito democratico. Per rafforzare la protezione dell’Europa dall’instabilità finanziaria, i rappresentanti del Nazareno prospettano la creazione di “una riserva pari all’1 per cento del Prodotto interno lordo UE”. Ma non menzionano le risorse con cui istituirla.
(IL PROGRAMMA IN PILLOLE PER LE EUROPEE DI SCELTA EUROPEA)
Fautrice degli Euro Unionbond concepiti da Romano Prodi e Alberto Quadro Curzio per favorire gli investimenti produttivi e lo sviluppo equilibrato dell’Euro-zona è Scelta europea. Mentre i penta-stellati propongono l’adozione delle emissioni comuni dei titoli del debito sovrano – a fianco dell’abrogazione del Fiscal Compact e del pareggio di bilancio – allo scopo di evitare la consultazione popolare sulla permanenza nell’area della valuta unica.
(IL PROGRAMMA IN PILLOLE DELLA LEGA NORD PER LE EUROPEE)
Nessuna fiducia viene nutrita dal Carroccio nel cambiamento della missione della BCE, nel superamento dell’austerità finanziaria, nella messa in comune del passivo di bilancio. L’unica iniziativa ritenuta valida dalle “camicie verdi” è una regolamentazione in grado di garantire responsabilità trasparenza, autonomia delle agenzie di rating. Ma per promuovere la ripresa produttiva il Carroccio reputa obbligatorio limitare la portata dei trattati commerciali di libero scambio stipulati dall’UE con paesi extra-europei. E invoca il ripristino di misure protezionistiche verso la concorrenza al ribasso.
TASSE, SVILUPPO, EQUITA’
Fulcro del programma del PD in campo fiscale è l’allargamento a tutti i 28 Paesi membri dell’Unione della Tassa sulle transazioni finanziarie, avversata dal partito di Berlusconi poiché allontanerebbe gli investitori internazionali dai mercati del Vecchio Continente.
(IL PROGRAMMA IN PILLOLE DI FRATELLI D’ITALIA-AN ALLE EUROPEE)
Una filosofia liberale, in aperta contraddizione con le scelte operate dal governo Monti e caldeggiate dai suoi parlamentari, ispira la ricetta di Scelta europea: “Riduzione della pressione tributaria mediante il taglio degli sprechi nella spesa pubblica. Progressivo allineamento dei regimi fiscali e fissazione di un tetto al prelievo complessivo in ogni Stato. Restringimento del perimetro di intervento della mano pubblica nella produzione di beni e servizi e nella vita dei cittadini”.
LE RICETTE PER IL LAVORO
Per far ripartire il lavoro PD e NCD-UDC prefigurano ricette analoghe. Allargamento del piano continentale “Garanzia Giovani” ai disoccupati sotto i 30 anni, aumento delle risorse da 6 a 21 miliardi grazie al Fondo sociale europeo”. A tutto ciò gli esponenti del Nazareno affiancano la costituzione entro il 2025 di un salario minimo nazionale, “per garantire condizioni dignitose di vita a tutti i cittadini e avviare un percorso di riduzione delle diseguaglianze”.
(IL PROGRAMMA IN PILLOLE DELLA LISTA TSIPRAS ALLE EUROPEE)
Un rilancio dello “spirito del 1994” guida la ricetta di Forza Italia: meno tasse, più consumi, più investimenti, più crescita, più lavoro, più gettito, più welfare, più benessere. A tali misure gli “azzurri” affiancano regole più flessibili nelle relazioni contrattuali e industriali, lotta mirata al sommerso e all’illegalità, ruolo attivo della Banca europea degli investimenti per potenziare le risorse finanziarie dell’Unione.
Nei 7 punti per l’Europa il M5S propone invece di sganciare dal limite del 3 per cento del rapporto deficit-PIL gli investimenti in attività produttive tecnologicamente avanzate e fondate su fonti energetiche rinnovabili.
COME GOVERNARE I FLUSSI MIGRATORI
Nel terreno strategico dell’immigrazione assurto a emergenza comunitaria, i punti di contatto tra le forze politiche prevalgono su quelli di conflitto. Con l’eccezione del Carroccio, che rivendica la facoltà per ogni governo di respingere i flussi di persone prive di lavoro e permesso di soggiorno.
(ECCO CHI SONO I CANDIDATI DI TUTTE LE LISTE ALLE ELEZIONI EUROPEE)
Il PD punta a salvaguardare la libertà di movimento, senza eccezioni. Rendendo le regole di Schengen più trasparenti e promuovendo una gestione comune delle frontiere esterne dell’Unione attraverso la trasformazione di Frontex in un corpo europeo di guardie di frontiera. Analogo il progetto del Nuovo Centro-destra, che mira a creare una base operativa di Frontex in Italia, a stanziare più risorse comunitarie per il controllo dei confini, a collocare i richiedenti asilo in tutti i paesi membri.
Una revisione dei criteri di accoglienza e distribuzione dei rifugiati nell’ottica di un governo europeo dei flussi migratori è avanzata da FI. Politica che per i penta-stellati deve partire da un’alleanza tra gli Stati mediterranei. E contemplare, precisa Grillo, l’utilizzo dei satelliti per il monitoraggio degli sbarchi dei cittadini extra-comunitari.
(SPECIALE FORMICHE.NET SULLE EUROPEE: NUMERI, LISTE, PROGRAMMI E CURIOSITA’)