Italia promossa per i progressi compiuti nel settore energetico e della sostenibilità, ma ancora troppo indietro per quel che riguarda l’eccessiva dipendenza dalle importazioni di energia e per le tariffe, tra le più alte, con costi insostenibili per imprese.
È questo il ritratto in chiaroscuro della Penisola realizzato da uno studio comparativo internazionale di General Electric e del tedesco Handelsblatt Research Institute sulla transizione energetica.
IL RAPPORTO
Incentrato su 24 Paesi Ocse e Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), il rapporto prende in considerazione per gli ultimi cinque anni l’espansione delle fonti di energia rinnovabile, ma anche la sostenibilità ambientale, l’efficienza economica e la sicurezza delle forniture energetiche, un tema caldo data la recente crisi ucraina.
I PASSI IN AVANTI
Non sono pochi, in questi frangenti, i passi in avanti dell’Italia che nella classifica stilata dallo studio arriva a classificarsi terza nella graduatoria dinamica (cioè relativa all’ultimo lustro), merito soprattutto delle fonti di energia rinnovabili, che hanno elevato il livello di sicurezza della fornitura. Bene anche per ciò che concerne la sostenibilità della produzione della Penisola, grazie alla bassa intensità energetica dell’industria manifatturiera e del settore terziario, e all’uso di centrali elettriche con turbine ecologiche a gas e a vapore.
Non solo: sempre per quanto riguarda le rinnovabili, secondo l’indagine l’Italia ha quasi raggiunto uno degli obiettivi prefissati per il 2020, ottenendo il 17% del proprio fabbisogno energetico lordo da fonti rinnovabili (nonostante ciò è ancora nona per emissioni di CO2).
DOVE MIGLIORARE
Per il presidente e ad di General Electric Italia Sandro De Poli, lo studio dimostra che l’Italia “ha compiuto notevoli progressi negli ultimi cinque anni“, sviluppando “le sue fonti energetiche rinnovabili, che potrebbero rappresentare un’opportunità per diventare meno dipendente dalle importazioni di combustibili fossili“. Tuttavia, sottolinea, “le energie rinnovabili hanno bisogno però anche di una fonte di energia complementare e flessibile per formare un mix energetico stabile ed efficiente“.
Valutazioni dettate dal fatto che la Penisola produce ancora il 70% della sua elettricità da combustibili fossili, una percentuale che lievita all’86% se si fa riferimento all’energia primaria.