L’appello del numero uno di Airbus Group, Tom Enders, che poco tempo fa ha invitato tutti gli attori coinvolti, istituzionali e industriali, a non perdere il treno dei lanciatori, per rendere l’industria aerospaziale europea davvero competitiva, non è rimasto inascoltato. Airbus Group e Safran hanno annunciato ufficialmente oggi che daranno vita a una joint venture paritetica con l’obiettivo – si legge in una nota congiunta – di creare una “nuova famiglia di lanciatori versatili, competivi ed efficienti, in grado di andare incontro ai bisogni dei clienti istituzionali e commerciali”.
ARIANE ALLA BASE DELL’ACCORDO
Il progetto – si apprende dai due protagonisti – non è nuovo, ma rappresenta il culmine di un lavoro durato circa 2 anni, avviatosi con le linee guide uscite dalla Conferenza Ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea del 2012. La nuova iniziativa industriale, che si inserisce su quanto auspicato dal consesso comunitario, si propone di accelerare l’entrata in servizio dell’evoluzione del lanciatore pesante Ariane 5, l’Ariane 5 ME, incluso un miglioramento dello stadio superiore, basato sul motore Vinci, e di sviluppare l’Ariane 6 così come richiesto dal mercato. Sviluppi che in gran parte saranno basati su quanto fatto dal punto di vista tecnologico per il lanciatore europeo Vega, prodotto in gran parte in Italia dalla Avio Spazio, società alla quale sia Airbus Group che Safran sono interessate da tempo.
PUNTO DI PARTENZA PER UN BUSINESS EFFICIENTE
“Il programma Ariane ha avuto grande successo negli ultimi 30 anni, ma per rimanere competivi c’è bisogno di una struttura sempre più efficiente”, ha dichiarato Enders: “L’accordo con Safran – ha aggiunto – rappresenta il punto di partenza per un viaggio verso un business europeo più integrato, efficiente e profittevole”. Entrambe le società hanno espresso la loro determinazione ad assumere un ruolo leader nel segmento dei lanciatori, la cui prossima generazione sarà decisa alla prossima riunione Ministeriale. La firma della prima fase dell’accordo è prevista entro la fine del 2014. “Di fronte a sfide tecnologiche sempre più grandi – ha dichiarato Jean Paul Herteman, chairman e chief executive officer di Safran – l’industria europea deve fornire soluzioni competitive in tutti i settori spaziali, dove i lanciatori rappresentano la priorità”.
UN ACCORDO SPINTO DALLA CONCORRENZA
La joint venture che lavorerà soprattutto in Francia e Germania, combinando le elevate competenze di integratore sistemistico di Airbus Group con quelle di Safran nel campo della propulsione, è una risposta in primis alla concorrenza americana, che, con l’arrivo del lanciatore Falcon della società californiana SpaceX, è in grado di offrire agli operatori lanci in orbita a partire da 60 milioni di dollari, meno della metà di quanto è in grado di fare oggi l’Europa con l’Ariane.
UN COPIONE CHE SI RIPETE
Il percorso appena avviato sui lanciatori grazie a questo accordo sembra ripercorrere quanto cominciato a suo tempo nel settore aeronautico con la nascita di Airbus: anche in quel caso senza aver dentro l’Italia, partito come un semplice raggruppamento di interessi economici per approdare poi ad una società pienamente integrata. La decisione – notano gli addetti ai lavori – impone però al nostro Paese la definizione di una strategia, a cominciare da un accordo che sancisca definitivamente il destino di Avio Spazio, in cui Finmeccanica detiene circa il 15 per cento.