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La conoscete la quadriglia inventata da Scelta Civica?

Ricordate lo scandalo scoppiato in occasione del Congresso di Rimini del sindacato Sap della Polizia di Stato? Si disse che, al loro ingresso in sala, gli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, erano stati accolti da una standing ovation proseguita per parecchi significativi minuti. Tutti – oves et boves et omnia pecora campi  – si precipitarono a iscriversi nella lista degli indignati. Di lì a poco, quando i dirigenti di quel sindacato poterono difendersi dalla violenza unilaterale delle reazioni suscitate, si scoprì che l’ovationera stata più rituale che standing. Del resto, sarebbe parso poi così grave un cenno di solidarietà rivolto a colleghi che hanno pagato il loro conto con la giustizia e nei confronti dei quali non era stata decretata la pena accessoria della morte civile? Grazie ad approfondimenti successivi e più sereni, è risultato che non vi fu nemmeno l’ovation o che, comunque, l’accoglienza venne riservata a un associato che, con il caso Aldrovandi, non c’entrava per nulla. Vi furono, allora, nei media, solo sciatteria e disattenzione oppure anche un montaggio televisivo truffaldino e delle cronache malevoli a bella posta?

Corre voce che i parlamentari di Scelta civica, a suo tempo separati tra cattolici e laici, intendano reagire allo tsunami elettorale ricomponendosi di nuovo per poi scindersi definitivamente, non più – affermano – sulla base di valori religiosi, ma secondo i principi e le appartenenze classiche di destra e di sinistra. Scomporsi e ricomporsi: ma è così che si balla la quadriglia!

Rieccoli. Sono tornati gli esodati. Sull’argomento eravamo confortati dal silenzio del premier, solitamente molto loquace. Da lui ci aspettavamo un bel: ‘’Andate a lavorare !’’, che poi è il vero modo di rispondere ai protagonisti di questo annoso tormentone. E’ stata la solita Commissione Lavoro della Camera, divenuta ormai il ‘’nido d’aquila’’ della sinistra Pd, ad approvare un testomultipartisan, bocciato dalla Ragioneria dello Stato e dall’Inps perché privo  di una copertura adeguata per i 47 miliardi che sarebbero necessari in un decennio. Così le pretese si sono ridimensionate. Ci si accontenterà di usare i risparmi realizzati  (in particolare nel secondo e nel quinto intervento di salvaguardia che si sono rivelati più generosi del fabbisogno) per allungare – se le risorse basteranno –  di un anno (al 6 gennaio 2016) l’arco temporale della protezione. Il provvedimento è calendarizzato per l’Aula il 30 giugno.

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