Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Saremo anche rimbambiti, qualche volta. Saremo anche scettici e diffidenti, da una vita.
Ma non possono farci credere che “il regime renziano” sia risolutore dei cronici mali dell’Italia e che il nostro Presidente sia l’emblema “inimitabile ed insostituibile” della nostra Italia.
Pochi esempi, per giustificare questi pensieri.
Lo stesso Presidente che non si è fatto carico delle centinaia di migliaia di esodati, generati dalla ministra Fornero, si è fatto carico – nei giorni scorsi – della tutela di magistrati e militari vari, non per quanto riguarda il problema dell’esodo anticipato ma per l’abolizione (voluta da Madia e Renzi) del reintegro in attività, dopo la pensione.
Da un lato, non ha tutelato chi perdeva il lavoro e non aveva maturato il diritto pieno alla pensione. Dall’altro, ha tutelato chi la pensione l’aveva già maturata. Già, ma solo alcune categorie di privilegiati e non tutta la dirigenza del pubblico impiego.
2 pesi e 2 misure? Vedremo il testo finale del decreto legge sulla riforma della P.A. Se manterrà i privilegi suddetti, noi – piccoli come siamo – avvieremo una azione legale (in Italia ed in Europa) contro queste illegittime distonie.
Il nostro Presidente, da anni, critica l’uso folle ed ingiustificato dei decreti legge per affrontare non problemi urgenti ma strutturali. Il governo Renzi ne ha già varati 13, di decreti legge, che il Colle ha “bollinato tutti” (con la temporanea eccezione di quello sulla P.A.), senza colpo ferire, senza alzare verso Renzi un cartellino rosso “di espulsione”. Dopo dodici gialli, sarebbe stato giusto un cartellino rosso. Ed invece, nulla…..
Ancora, vogliono farci credere che la Merkel si sia piegata a Renzi. “Stop al rigore, ora fiato alla crescita…!”.
Non è così. Solo chi non ha letto il documento presentato dal CESE al Seminario CNEL-CESE di venerdì 20 Giugno può credere a questa “barzelletta”.
Stefano Biasioli
Segretario Generale Confedir