Skip to main content

Renzi è il Balotelli della politica?

La Nazionale di calcio è rientrata alla base dopo essere stata eliminata già nei gironi preliminari. Perché prendersela tanto? In fondo i difetti che hanno determinato un così clamoroso insuccesso sono gli stessi che si possono ritrovare in tutte le attività che caratterizzano questa fase della vita del Paese. Il giovanilismo, innanzi tutto. La Germania convoca e fa giocare Miroslav Klose che segna e garantisce la vittoria alla sua squadra. Noi, invece, dobbiamo puntare su giovani sconosciuti e inesperti: come nel campo da gioco così nei ministeri. Poi, nel calcio, ci affidiamo a Mario Balotelli: come se il gigante romagnolo – viziato e arrogante al pari di chiunque alla sua età ricevesse ingaggi d’oro commisurati al suo peso – potesse conquistare con le sue prodezze la Coppa Rimet per l’Italia. Del resto, non ci comportiamo così anche con Matteo Renzi? E’ lui il nostro Balotelli.

Andrea Romano, capo gruppo di Scelta civica alla Camera, ha invitato Matteo Renzi ad aprire una ‘’grande tenda’’ in cui possano trovare ospitalità sia lui che Gennaro Migliore, ciascuno ovviamente con i propri seguaci. Evocare le tende è pericoloso. In fondo era lì, sotto una ‘’grande tenda’’ issata nel deserto, dove Gheddafi (aridatece er puzzone!) viveva e dirigeva la vita politica della Libia. Ma di tende celebri se ne ricorda un’altra, persino di colore rosso, per essere visibile in mezzo ai ghiacciai artici: una tenda simbolo di una tragedia. Vi trovarono riparo i naufraghi del dirigibile ‘’Italia’’, schiantatosi, il 26 maggio 1928, sulla banchisa polare. Il loro comandante Gen. Umberto Nobile, venne poi accusato – lo ricordi Romano, perché può ancora succedere – di aver abbandonato i suoi uomini essendo stato tratto in salvo per primo il 23 giugno successivo.

Ci avete fatto caso? Quando la delegazione del M5s ha illustrato a Matteo Renzi il sistema delle ‘’preferenze negative’’ contenuto nella loro proposta di legge elettorale, noi, più anziani, che di cose ne abbiamo viste tante, ci aspettavamo che il premier ricordasse che quel meccanismo era in voga nel Pci ai tempi della destalinizzazione. Ai congressi veniva presentata una lista bloccata, in cui erano indicati dei nominativi in numero pari ai componenti da eleggere; poi si dava ai delegati la facoltà di procedere a cancellature. Venivano comunque eletti tutti, ma i migliori erano quelli che avevano ottenuto non più preferenze ma meno cancellature. Una selezione invertita, insomma: per mortificare anziché promuovere. Che cosa ha, invece, ricordato a Renzi questo discutibile metodo? Le selezioni del ‘’Grande Fratello’’. Unicuique suum.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter