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Ecco il tallone di Achille dei sindacati scoperto da Renzi

Dove sono finiti i sindacati? Improvvisamente sono spariti. I loro leader non vengono più invitati ai talk show; gli intellettuali di sinistra si sono messi ad aborrire la concertazione; il governo continua a prendere delle decisioni importanti senza neppure consultarli. E loro non reagiscono. Matteo Renzi è andato a scuola da Margareth Thatcher, la quale tenne testa ai minatori per oltre un anno, a costo di far trascorrere, ai sudditi di Sua Maestà, un inverno al freddo.

Ma la mossa vincente fu un’altra: il governo stabilì che le clausole contrattuali tipiche dell’esperienza britannica – quelle che imponevano l’iscrizione al sindacato per vedersi applicare il contratto di lavoro e, a volte, anche per essere assunto – dovevano essere sottoposte, per la loro validità,  ad referendum tra i lavoratori. Cosa che le Trade Unions si guardano bene dal fare per non andare incontro ad una solenne bocciatura.

Insomma, Renzi ha capito che il tallone di Achille dei sindacati sta nel loro potere economico. Basterebbe che impartisse all’Inps la direttiva di non accettare più deleghe perpetue di iscrizione (salvo disdetta) dei pensionati e di sottoporle a scadenza e a rinnovo, dopo un certo numero di anni,  per mandare a gambe in aria le organizzazioni sindacali, che sarebbero costrette a rifare periodicamente il tesseramento dei pensionati, assommando ogni volta gravi flessioni, per tanti motivi, organizzativi soprattutto.

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