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Perché il centrodestra deve rompere con Renzi

Altro che politica dei due forni. Giulio Andreotti può rigirarsi fin che vuole nella tomba, ma Matteo Renzi di forni ne ha a disposizione (per ora) almeno tre. Uno, subito sotto casa. E’ una botteguccia (nella metafora il Ncd e ciò che rimane di Sc) che tutte le mattine apre i battenti nella speranza di poter vendere due sfilatini e qualche rosetta al premier, il quale è il loro unico cliente e sa di esserlo.

Perciò si permette anche di trattare sul prezzo fino a costringere i suoi fornitori ad umiliarsi (non è forse umiliante che il capogruppo del Ncd Maurizio Sacconi si precipiti a dichiarare che loro sono pronti a votare quell’orripilante riforma del Senato senza cambiare di una virgola solo per dimostrarsi più fedeli degli altri?) pur di smerciare i loro prodotti (leggi: pur di restare attaccati alle poltrone ministeriali il più a lungo possibile). L’altro forno si trova dalla parte opposta della strada (è evidente che parliamo di Forza Italia): il suo proprietario, un pregiudicato, temeva di dover chiudere bottega, fino a quando, all’improvviso gli è stato chiesto di diventare il fornitore ufficiale della Real Casa Renzi e di fregiarsene, consentendogli così di rimanere sul mercato.

Anche questo fornaio è disposto ad accettare i peggiori compromessi (del resto di principi questo signore non ne ha mai avuti) pur di continuare a far parte della società dei panificatori (leggi: del teatrino della politica). Ma Renzi guarda ancora più lontano. E ha lasciato intendere ai due bottegai di avere in corso delle trattative con un supermercato (il M5S) che potrebbe garantirgli, pur se a un prezzo più elevato, una fornitura più continua e duratura, grazie al nuovo orientamento dei proprietari. Alcuni osservatori, poi, sostengono che Renzi sarebbe pronto persino a mettersi in proprio, ad aprire lui un negozio ben fornito, per il cui funzionamento starebbe già assumendo dei commessi dimessisi da altri esercizi commerciali (compreso dal supermercato e da un negozietto dell’usato di nome Sel).

Riportando il ragionamento sul piano della politica, nella sua impresa rivolta allo sfascio delle istituzioni democratiche, Matteo Renzi può contare su maggioranze che si compongono come Matrioske. Si comincia dalla più piccola: l’attuale maggioranza che può avvalersi della fedeltà cieca ed assoluta del Ncd, dell’Udc, di Sc, ma – per fortuna – non di tutto il Pd. Eccolo allora che la Matrioska più piccola deve essere ricompresa in una più grande: e Forza Italia è pronta a dare il suo contributo per sfregiare il Senato purché Renzi eviti di compiere giri di valzer con il M5S sull’Italicum. Che cosa mai induca l’ex Cavaliere a difendere l’Italicum sfugge alla comprensione dei più, visto che è una legge fatta apposta per consegnare l’Italia a Renzi.

L’unico vantaggio che Silvio Berlusconi può sperare di ottenere da siffatta legge elettorale è quello di poter rimettere assieme i cocchi del centro destra sotto il suo ombrello, ma non certo di sperare nella vittoria. Vien fatto di pensare, allora, che l’ex Cav. si attacchi a Renzi alla stregua del naufrago manzoniano che non trova il coraggio di staccarsi dagli arbusti, a cui si è aggrappato mentre stava per affondare, ed appoggiarsi ad un sostegno più sicuro. Ma tutte le componenti del centro e del centro destra stanno andando, più o meno consapevoli, al massacro. Il futuro della politica italiana è segnato nell’attuale legislatura: dobbiamo attenderci o l’autosufficienza del Pd grazie all’incorporazione di pezzi di altri partiti o, in una prospettiva di più lungo termine, il formarsi di quell’alleanza tra Pd e M5s che non riuscì a Pier Luigi Bersani potrebbe tornare comoda a Renzi.

Nei giorni scorsi, Fabrizio Cicchitto, un politico di lungo corso e di naso fino, si è reso conto della trappola in cui è finito il suo partito: il Ncd (che è ancora l’unica formazione di maggioranza che dia qualche precario cenno di vita): “E’ venuto il momento di alzare il tiro sul terreno politico e programmatico’’- ha detto Cicchitto rivolgendosi all’alleanza con Matteo Renzi. ‘’Siamo Davide contro Golia’’ – ha aggiunto – ‘’E noi dobbiamo accettare che a un certo punto Renzi diventi autosufficiente, ci mandi al diavolo o apra una crisi di governo’’. Ma se è così, non sarebbe più conveniente per il Davide-Ncd tirare il suo colpo di fionda mentre Golia-Renzi meno se lo aspetta ? Piuttosto che morire di asfissia è meglio tentare una sortita in campo aperto.

I due forni: quello miserello sotto casa e quello, chiacchierato, del pregiudicato, devono stringere un patto e non vendere più nulla a Renzi, prima che lui riesca a stringere le intese con il supermercato di recente apertura. Fuor di metafora, questo governo deve cadere in Parlamento, prima che sia l’esecutivo a trasformare il Parlamento in uno squallido zerbino del premier. Quando si voteranno la legge elettorale e la mortificazione del Senato ci saranno tanti fucili spianati. Il Ncd e FI devono caricare anche i loro e far cadere il Governo durante il semestre europeo perché la ‘’facciata’’ di Renzi sia più vistosa e dolorosa. Si vada a votare, prima che i giochi si ricompongano, con la sola legge elettorale disponibile: il Consultellum. E il centro destra faccia campagna elettorale con i soli argomenti che gli rimangano: i temi etici. Prima che anche il Vaticano si iscriva al Pd.

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