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Il rutto di Rutte su Renzi e Hollande

L’approccio tenuto da Matteo Renzi nel suo debutto sulla scena europea non si è discostato molto, nello stile e nei temi, da quello italiano.

A cambiare, però, è stato il sottofondo. Pur forte del risultato straordinario che alle scorse europee ha portato il “suo” Pd ad essere la prima forza socialdemocratica del continente (e a dispetto dell’aura quasi magica che lo accompagna nella Penisola), prima ancora di parlare il premier è già stato contrastato.

LE PAROLE DI RUTTE

A gelare il clima di attesa per il discorso di Renzi che ha aperto il semestre italiano di presidenza dell’Unione è stato il suo omologo olandese Mark Rutte (nella foto).

Davanti al Parlamento dell’Aja – riporta la stampa locale – il premier olandese ha rivendicato con orgoglio che “all’ultimo vertice Ue Olanda e Germania hanno stoppato il tentativo di Francia e Italia di ammorbidire le regole di bilancio“.

LA CARICA DEI FALCHI

Tornano dunque alla carica i falchi del rigore, che per non perdere consenso interno replicano così a muso duro alla richiesta di maggiore flessibilità provenuta anche da Renzi. L’ex sindaco di Firenze ha fatto del binomio tra riforme interne e allentamento di alcuni vincoli europei (come lo scorporo degli investimenti dal Patto di stabilità) lo slogan della sua campagna europea.

L’ASSE NORDEUROPEO

Non c’è da preoccuparsi, le regole non sono cambiate, e sta alla Commissione vigilare sulla loro applicazione corretta” ha detto Rutte, ripreso dal Volkskrant, che ha ribadito come sia ancora saldo l’asse nordeuropeo con Germania e Finlandia per impedire che le misure di austerità portate avanti in questi anni possano venir meno nel prossimo semestre, anche a fronte di un minor peso del Ppe in seno alle istituzioni continentali.

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