Così l’Ue vuole ritardare il gasdotto South Stream, mentre la Russia sta giocando contro il tempo, e Bruxelles vorrebbe ridurre la sua dipendenza energetica da Mosca.
DOSSIER ENERGIA
L’Europa ha da tempo cercato di diversificare il proprio approvvigionamento energetico (si veda gasdotto Tap) ma soprattutto dopo lo scoppio della crisi Ucraina, il progetto dell’Unione Europea è visto in modo critico. E il Commissario Ue per l’energia Günther Oettinger vuole ritardare il progetto, pertanto sostiene che il fornitore Gazprom stia abusando della sua posizione di mercato.
PROSPETTIVE
La costruzione del gasdotto South Stream non solo economicamente, ma anche politicamente, è molto sensibile. Il mega progetto ha la finalità di indirizzare verso l’Europa il petrolio russo bypassando l’Ucraina. Ma proprio all’indomani dei venti di guerra a Kiev, con le conseguenze politiche nei rapporti fra i due Stati, ecco che i passi dell’Ue sono visti in modo critico, anche perché l’influenza di Mosca come una superpotenza energetica verrebbe consolidata ulteriormente in Europa. L’Unione Europea a questo punto, così come alcuni osservatori internazionali sottolineano, sarebbe orientata a mettere pressione politica sulla Russia, forte però dell’accordo con Pechino.
UE
Sul punto si segnala la circostanza che il Commissario per l’energia Günther Oettinger intende ritardare il progetto e, pertanto, sostiene che il fornitore di energia russo (ovvero Gazprom) stia abusando della propria posizione di mercato. Al momento il colosso russo è sia fornitore di gas, ma anche detentore di una quota del 50% nel progetto del gasdotto.
SOUTH STREAM
Il gasdotto South Stream trasporterà gas naturale da sotto il Mar Nero verso l’Italia. Il percorso prevede l’attraversamento di una serie di Paesi come la Bulgaria, la Serbia, l’Ungheria, la Slovenia, l’Austria (al confine italiano). Un altro ramo passerà da Croazia, Macedonia, Grecia e Turchia. Il progetto era stato battezzato due anni fa dal presidente russo Vladimir Putin, per un costo di 16 miliardi di euro e lungo 2380 km.
CAPACITA’ AUMENTATA
Ad oggi la Russia corrisponde già al vecchio continente il 30% della richiesta complessiva di gas, che con il nuovo gasdotto aumenterebbe del 25%. Nonostante l’atteggiamento critico di Bruxelles, i membri dell’UE di Austria, Ungheria e Serbia intendono rispettare i piani per la costruzione delle sezioni relative ai propri Paesi. Gli Stati Uniti hanno però espresso preoccupazione, esortando gli attori protagonisti a “riconsiderare attentamente” le proprie posizioni. La Russia vede in questi avvertimenti il timore di Washington per la diminuzione degli interessi commerciali americani.
CONTESA
Dopo l’occupazione della Crimea, il gasdotto South Stream è diventato un altro punto di contesa tra Oriente e Occidente. La Russia ha ora il controllo su gran parte del Mar Nero e sulle riserve di gas naturale locale, che però l’Ucraina rivendica. Una posizione fortemente critica è stata espressa dalle ex repubbliche sovietiche come la Lettonia, la Lituania e l’Estonia. E’stato lo stesso presidente estone Toomas Hendrik Ilves, a dire pubblicamente che Mosca potrebbe essere considerata un “partner strategico”. Mentre il Primo ministro ungherese Victor Orban si è chiesto “come dovremmo vivere senza energia”.
FIRMA IN SERBIA
Intanto c’è la firma sull’accordo per la costruzione del tratto in territorio serbo del gasdotto South Stream. E’stata siglata a Mosca dalla compagnia South Stream e dalla società russa Centrgaz. Quest’ultima, che è affiliata di Gazprom, è la società che curerà la progettazione, la consegna di materiali e attrezzature, oltre alla formazione del personale e all’installazione e messa in funzione del gasdotto in Serbia.
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