Skip to main content

Il vaffa di Berlusconi ai frondisti di Forza Italia

C’è un nuovo “vaffa” nella politica italiana. Ed è sintomatico dei livelli di tensione esistenti oggi in Forza Italia. Silvio Berlusconi, forse per la prima volta nella sua ventennale carriera politica, ha scelto di mandare platealmente a quel paese i suoi parlamentari ribelli.

È successo nell’attesa riunione, più volte rimandata, alla sede del partito per fare il punto sulle riforme. Più che un dibattito, un monologo in cui il Cavaliere che ha imposto la sua linea, “Sì alla riforma del Senato e basta”, nessuna replica concessa.

È stanco l’ex premier, provato da una via crucis giudiziaria che negli ultimi giorni si è intensificata, infastidito dagli ingrati “che ho creato e continuano a rompermi”. Vuole compattezza, Berlusconi, o con lui o contro di lui, dice inflessibile. Chi voterà contro la riforma sarà deferito al collegio dei probiviri, che in realtà ancora deve essere nominato, e rischia l’espulsione.

Come l’hanno presa i frondisti? Un po’ di sgomento, certo, per i toni mai così aspri del loro leader ma anche la determinazione a portare avanti la battaglia. Come? Per ora attraverso l’ostruzionismo parlamentare. Oltre un migliaio gli emendamenti provenienti dai dissidenti di Fi e Gal. Nelle prossime ore poi dovrebbe esserci un incontro dei ribelli con Raffaele Fitto, di ritorno da Bruxelles, per decidere il da farsi.

L’ex governatore pugliese, dopo la lettera in cui denunciava gli azzurri di essere “ipnotizzati” da Renzi, per ora non commenta, anche se fa sapere di non avere alcuna intenzione di lasciare il partito.

Provano a volare sopra il putiferio, due esponenti storici di Forza Italia, Giuseppe Moles e Antonio Martino, che proprio oggi lanciano un appello a tutto il centrodestra per ritrovare unità e spirito originario, al grido di “rivoltiamo l’Italia”.



CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter