È un’Europa poco coesa quella che si è presentata ieri durante un incontro dei ministri degli Esteri, riuniti a Bruxelles per discutere l’ipotesi di nuove sanzioni contro la Russia alla luce dell’abbattimento del Boeing 777 della Malaysia Airlines precipitato giovedì scorso in Ucraina con a bordo 298 persone.
A dividere, come spesso accade, sono gli interessi dei singoli Paesi, che contrastano con l’esigenza di una politica comune e coordinata.
LA POSIZIONE DELLA FRANCIA
I dissidi tra i capi delle rispettive diplomazie – nonostante le pressioni di Regno Unito, Svezia e altri Paesi dell’Est e le parole del presidente americano Barack Obama -, sarebbero secondo il Financial Times alla base del mancato accordo sull’embargo alla vendita di armamenti a Mosca. Ad essere sotto accusa è in particolare la posizione francese. Il presidente François Hollande ha detto che non bloccherà la vendita delle navi da guerra di classe Mistral alla Russia: una sarà consegnata a Mosca già ad ottobre, ha confermato il presidente francese, ma per la seconda “dipenderà dall’atteggiamento” del Cremlino nel conflitto ucraino. Se così fosse, ha criticato lo stesso quotidiano finanziario in un editoriale in apertura, Parigi invierà un messaggio di debolezza della Francia e dell’intera Europa “di fronte all’aggressione di Putin” all’Ucraina. La decisione in merito non sarà comunque presa in queste ore. Anche Parigi ha replicato alla posizione del premier britannico David Cameron definendola “ipocrita” e invitandolo a fare prima “pulizia nel suo giardino”.
I TIMORI DI LONDRA
Il riferimento è ai timori della City, di cui oggi dà conto sul suo sito il Daily Telegraph. A Londra è vero allarme sanzioni per gli oligarchi russi che lì vivono e operano: molti miliardari starebbero già spostando capitali e conti, temendo di finire nel mirino delle misure punitive dell’Ue, prospettate anche da Downing Street, che ha minacciato il congelamento dei beni degli “amichetti di Putin”.
LA POSIZIONE DI GERMANIA E ITALIA
Prudente per il momento la posizione di Paesi come Germania e Italia, il cui approvvigionamento energetico di gas dipende per una parte rilevante dalla Russia. In particolare il governo di Roma, criticato per il suo atteggiamento accondiscendente nei confronti di Mosca, ha invitato il Cremlino a collaborare in attesa che si chiarisca la dinamica dell’incidente. Parlando di “crisi globale” – riporta Il Sole 24 Ore -, la titolare della Farnesina Federica Mogherini ha detto a Bruxelles che solo “un atto del tutto nuovo e del tutto positivo che finora non c’è stato da parte della Russia” potrebbe evitare l’aumento della pressione sanzionatoria su Mosca da parte dell’Europa. “In assenza di questo messaggio chiaro è inevitabile procedere sulle sanzioni“.
LE PROSSIME SANZIONI
Sanzioni che potrebbero arrivare anche nelle prossime ore. Nonostante le divisioni, ieri i ministri degli Esteri dei Paesi dell’Ue hanno raggiunto qualche risultato e deciso di presentare ai rappresentanti permanenti un nuovo pacchetto di restrizioni mirate per settori economici che riguarderanno il divieto di vendita di armi, il divieto di accesso ai capitali, restrizioni in campo energetico e nella fornitura di alte tecnologie. A breve, forse entro giovedì, saranno all’attenzione del Coreper sia la lista (dove però secondo Reuters non ci sarebbero nuovi nomi), sia il pacchetto di nuove misure che sarà elaborato dalla Commissione europea.