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Vi spiego la falsa guerra ad Alfano sui vu cumprà

Quando uno indica la luna con un dito, i fessi (o i furbi), guardano il dito. I fessi perché non hanno capito. I furbi perché fanno finta di non aver capito. Questo atteggiamento si è ripetuto in occasione della denuncia che il segretario del Ncd, Angelino Alfano, ha fatto del problema dei vu cumprà.

Appena Alfano ha aperto la bocca è immediatamente scattata la solita e forsennata sarabanda di interdizione, dilatata e ingigantita da tutti i media che sono diventati specialisti nella realizzazione di queste cortine fumogene di parole, utili per non far capire di che cosa si sta trattando. Forse gli antagonisti di Alfano rispondevano, come succede nella normale dialettica politica, spiegando che, al problema (che esiste), si può dare un’altra soluzione? Macchè! Essi si sono aggrappati alla parola vu cumprà, da loro giudicata razzistica e quindi, di per se stessa, espressiva del supposto atteggiamento altrettanto razzistico di Alfano che, non a caso, si è permesso di usarla.

Una polemica quindi, come al solito, lessicale, e quindi preventiva, anziché sul problema. Una polemica cioè basata solo sull’assunto (tutto da dimostrare, ma che le varie Boldrini e Kyenge danno per scontato) che Alfano, essendo razzista, non esprime tesi che meritano di essere dibattute ma solo esorcizzate.

Alfano, secondo costoro, avrebbe dovuto evitare di usare una parola sintetica il cui significato (non razziale, ma fattuale) è conosciuto da tutti. Alfano quindi avrebbe dovuto parlare, esaustivamente, di “immigrati clandestini che si dedicano arbitrariamente al commercio, senza rispettare alcuna delle leggi e dei regolamenti annonari e fiscali che lo regolano e che sono invece imposte, pena pesanti ed inaggirabili sanzioni, ai cittadini italiani”. A dire il vero, le varie Boldrini e Kyenge non accettano, di questa locuzione, nemmeno la qualifica di “immigrati clandestini”, che pure è rigorosamente e giuridicamente esatta. E, sul resto, preferiscono glissare, non essendo in grado di rispondere.

Per spiegare una delle derive del fenomeno vu cumprà (accanto a ciò che succede a Rimini) vorrei ricordare come essi sono stati usati a Ventimiglia, dove fiorisce un mercato settimanale fiorentissimo di oggetti taroccati molto bene (in particolare le borse Chanel e Vuitton). Questo mercato è tanto fiorente, da causare, ogni settimana, uno spaventoso intasamento sull’autostrada proveniente dalla Francia. Ed è anche tanto fiorente da aver indotto il ministero degli esteri transalpino a fare un passo ufficiale presso il governo italiano in difesa della griffe francesi, colpite nei loro interessi e diritti, da questo malaffare devastante, esplicito ed esibito a cielo aperto.

Il governo italiano (non potendo fare altrimenti) ha allora mandato la polizia fra le bancarelle per stroncare l’illegalità che, infatti è subito cessata, con grande delusione degli acquirenti francesi (Ventimiglia è sul confine con la Francia) che venivano a comperare da noi, proprio perché avevano capito che l’illegalità, in Italia, non viene punita e quindi, di fatto, viene esplicitamente incentivata. Bel complimento, questo, per il nostro Paese, in un momento storico in cui l’immagine internazionale di un Paese è tutto, specie a Bruxelles e a Francoforte.

Ma, dopo due settimane, i prodotti taroccati francesi (oltre che italiani, è ovvio) sono ricomparsi in massa a Ventimiglia mentre la polizia era scomparsa. Come mai? Molto semplice. Le organizzazioni criminali, opportunamente mobilitate, avevano deciso di mettere a disposizione i vu cumprà per vendere i prodotti taroccati, per terra, “davanti” alle banacarelle fino a poco prima incriminate. E siccome in Italia, grazie alle varie Boldrini e Kyenge e al coro mediatico che ne ingigantisce acriticamente il messaggio, i vu cumprà sono esentati dall’obbligo di osservare la legge, la polizia, per prudenza, non si è fatta più viva, per non essere, di fatto, sbertucciata. Dai vu cumprà, dai commercianti illegali e dai loro clienti. Tutti uniti nella stessa catena di illegalità. A scorno di chi, come i commercianti normali, la legge deve osservarla. E se questi commercianti reagiscono, protestando, vengono subito definiti razzisti. O sono, invece, solo stufi di essere considerati,di fronte ai vo cumprà, dei cittadini di serie B? I vu cumprà, oltrettutto, godono dell’avallo e la benedizione, addirittura, del presidente della Camera dei deputati che, sono sicuro senza rendersene conto, fa, oggettivamente, il gioco delle organizzazioni criminali che hanno alle loro dipendenze i vu cumprà. E poi ci lamentiamo che in Europa non ci prendono sul serio.


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