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Il fronte comune tra Obama e curdi per salvare l’Irak

Hanno ripreso la diga di Mosul e per la prima volta nella storia combattono a fianco degli americani. Sono i peshmerga curdi, impegnati in queste ultime settimane a fermare l’avanzata dei jihadisti dell’Isis in Irak. Col supporto dei droni e dell’aeronautica statunitense, i combattenti curdi sono riusciti a riconquistare buona parte dei territori al nord dell’Irak assediati dai miliziani dell’Isis.

FRONTE COMUNE

È stata un’operazione congiunta tra curdi, iracheni e americani portata avanti domenica scorsa per liberare la diga di Mosul e tre città del nord del Paese, come si legge in un articolo del Washington Post, la più grande offensiva portata avanti in Irak in quest’ultimo conflitto e quella che ha prodotto i maggiori risultati, secondo un ufficiale americano. Negli ultimi due giorni, le incursioni aeree statunitensi sono state una trentina nel territorio iracheno e autorizzate dal presidente Obama, per aiutare l’esercito iracheno a riprendere il controllo della diga di Mosul.

LA LETTERA DI OBAMA

“These military operations will be limited in their scope and duration as necessary to support the Iraqi forces in their efforts to retake andestablish control of this critical infrastructure site as partof their ongoing campaign against the terrorist group the Islamic State of Iraq and the Levant (ISIL)”. Sono state le parole di Barack Obama, in una lettera inviata al Congresso. Il presidente ha specificato che l’autorizzazione delle incursioni aeree ha avuto origine dalla necessità di riprendere il controllo della diga di Mosul, ma che saranno limitate.

LE RAGIONI DEI PESHMERGA

L’inviato della Stampa Domenico Quirico ha raccontato, in un reportage, chi sono e perché combattono i peshmerga curdi: “Noi non combatteremo per riprendere Mosul, noi ci battiamo per difendere la nostra terra” riporta Quirico, e ancora “se i “daish” verranno a Erbil li uccideremo, a riprendersi Mosul vadano gli altri, quelli che sono scappati. La guerra qui non finirà mai: prima c’era Saddam. Poi è venuto Maliki, poi i “daish”, se loro saranno eliminati arriverà un altro. Gli arabi sono il problema”. Per i curdi potrebbe essere una nuova occasione per formare uno Stato indipendente, dopo il fallimento seguito alla caduta di Saddam.



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