Bisogna dare la priorità all’uscita dalla crisi e a fare passare in secondo piano la riduzione dogmatica del deficit che ci ha portato all’austerità e alla disoccupazione.
Se queste parole vi sembrano quelle di uno rappresentanti del Comitato Promotore, vi sbagliate. Sono le parole del ministro dell’Economia francese che hanno messo in crisi il Governo di Parigi e portato allo scioglimento dell’esecutivo.
C’è un qualcosa di positivo in tutto ciò: il dibattito sinora proibito sulle politiche europee sta finalmente – anche se faticosamente – prendendo piede: ormai è evidente il fallimento dell’ottuso Fiscal Compact.
La divergenza di performance tra le economie statunitensi e quelle dell’area euro mostrata da Draghi parte nella primavera del 2011, proprio quando venne annunciata la nascita del Fiscal Compact: non può essere un caso.
E’ tempo che l’Italia giochi il suo ruolo e non lasci sola la Francia a dibattere. Con le 500.000 firme che raccoglieremo entro il 30 settembre avvieremo una discussione democratica nell’Europa in cui vogliamo vivere ed eviteremo di morire di austerità.