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Perché non si taglia l’Irap invece di insistere sul bonus di 80 euro?

Chapeau per Guia Soncini che, su il Mattino, ha colto in castagna Aldo Grasso, fustigatore di mode e di costumi sulla prima pagina del Corriere della Sera. Grasso, stigmatizzando  l’esibizione in topless di Stefania Giannini al sole della Versilia, aveva scritto che ‘’era la prima volta che un componente del governo viene fotografato senza reggiseno’’. Guia Soncini, dopo aver notato che ‘’un componente’’ è sostantivo maschile, si è chiesta ironicamente (la domanda è davvero gustosa) se gli uomini di governo ‘’da Fanfani a Rutelli, si spiaggiavano muniti di reggiseno’’. Anche la spiritosa giornalista, però, ha commesso un errore, dimenticando uno storico ed imponente nude look di Pier Ferdinando Casini. In un primo momento i fotografi, abbagliati da tanta mediterranea bellezza, pensarono di essersi imbattuti in un terzo ‘’Bronzo di Riace’’.

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La storia non si ripete mai allo stesso modo. Suggerisco, però, la rilettura delle critiche e delle polemiche che il nascente fascismo rivolgeva alla vecchia classe dirigente liberale, ai suoi vizi di parlamentarismo, di clientelismo, ai diffusi episodi di corruttela, alla macchinosità delle decisioni e all’instabilità del sistema politico, contrapponendo a tutto ciò un’immagine di vitalità e dinamismo ed una capacità di comunicazione innovativa. Poi ognuno tiri le sue conclusioni in piena libertà.

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Il governo non perda tempo e non sprechi nuovamente importanti risorse per rifinanziare il bonus di 80 euro. Quei dieci miliardi, se li trova, è meglio utilizzarli per tagliare l’Irap. Il bello è che neppure la Confindustria si azzarda a fare questo ragionamento di buon senso. Ormai in viale dell’Astronomia seguono solo il campionato di calcio del Sassuolo.

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Una circolare del ministro Madia ha dato pronta attuazione al taglio dei distacchi sindacali nella pubblica amministrazione. I sindacati hanno abbozzato, perché hanno capito che, ad opporvisi, avrebbero fatto un grande regalo al governo, essendo i distacchi una pratica da socialismo reale e quindi impopolare mentre infuria l’antipolitica. Non è vero, però, che 1.400 dipendenti dovranno tornare al lavoro. Per loro è sempre possibile avvalersi della aspettativa sindacale prevista dallo Statuto dei lavoratori. E’ un regime più oneroso, ma sempre conveniente. Al sindacato tocca di pagare lo stipendio (a cui, nel caso del distacco, era tenuta l’amministrazione) ai suoi dirigenti, ma risparmia i contributi previdenziali che, per i sindacalisti in aspettativa, sono figurativi ovvero a carico del sistema. E’ comunque un bel risparmio. Non è un privilegio anche questo? Che cosa ne pensa il ministro Poletti?

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