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Perché l’Enac libica smentisce il rischio di attentati aerei

Tutta la stampa internazionale ha dato conto nei giorni scorsi del rischio di possibili attentati derivante dal presunto furto di alcuni aerei dall’aeroporto di Tripoli.

Un pericolo che pare non esserci mai stato, perché oggi una nota inviata alla stampa dalla Libyan Civil Aviation Authority – l’equivalente libica dell’Enac – smentisce la notizia che dallo scalo possano mancare all’appello dei velivoli (la stampa internazionale parlava di 11 aerei di linea di proprietà di Libyan Airlines e Afriqiyah Airways trafugati in agosto durante gli scontri tra milizie, alcune delle quali hanno poi occupato parti dell’aeroporto).

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NESSUN FURTO

“Possiamo categoricamente dichiarare – si legge nel comunicato – che tutti gli aerei presenti nel registro libico… sono sotto il corretto controllo di sicurezza all’aeroporto internazionale di Tripoli. Questi fatti sono verificati grazie a un report indipendente… datato 6 settembre 2014” che confronta i documenti in possesso dell’autorità libica con immagini satellitari scattate il 25 luglio scorso. “Questo studio indipendente – prosegue il documento – conclude che tutti i velivoli sono in loco, non sono in movimento e sono in condizione di non essere oggetto di accesso non autorizzato”.

LE CRITICHE ALLA STAMPA

Il comunicato della Lcaa auspica una rettifica da parte dei media e nel farlo non lesina critiche all’informazione, che definisce non solo “fuorviante”, ma a cui addebita la responsabilità – anche ad alti livelli – di “provocare paura e tensione non giustificate” tra le popolazioni potenzialmente interessate, non ultima l’Italia, a un tiro di schioppo dalle sempre più instabili sponde di Tripoli.



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