Per mesi il gigante Netflix è stato negli incubi dei maggiori operatori tv europei e nostrani. Oggi secondo alcune indiscrezioni potrebbe invece fare da traino al processo di digitalizzazione del nostro Paese alleandosi con Telecom Italia.
La notizia è giunta a sorpresa questa mattina dal quotidiano La Stampa che ha annunciato l’incontro del primo ottobre a Bruxelles tra l’amministratore delegato di Telecom Italia Marco Patuano e l’ad di Netflix Reed Hastings (leggi qui la biografia) in occasione dell’FT-ETNO Summit 2014, l’evento organizzato dall’associazione europea degli operatori di telecomunicazioni.
LE MOSSE DI PATUANO
Secondo il quotidiano torinese, in quella circostanza Patuano fornirà ad Hastings alcuni buoni motivi per diventare partner in vista dello sbarco del servizio che entro il 2015 potrebbe distribuire anche nel nostro paese contenuti online a pagamento. L’accordo con Telecom secondo le anticipazioni di Gianluca Paolucci su La Stampa sarebbe incentrato “sulla piattaforma per accedere ai contenuti di Netflix ma anche sui contenuti stessi di cui Telecom Italia ha già i diritti per Internet”. Esso inoltre potrebbe fare da traino ad una maggiore diffusione in Italia della banda ultralarga.
L’ESPANSIONE IN EUROPA
Dei 50 milioni di abbonati a Netflix nel mondo, ben oltre la metà (35 milioni) risiede negli Usa, dove il servizio è nato (leggi qui le origini di Netflix).
Già presente in Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia e Olanda, Netflix da poche settimane offre serie tv, film e grandi eventi in abbonamento via streaming anche in Francia. In programma, sempre da settembre, l’ingresso in Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Lussemburgo.
Ma nel piano di espansione di Netflix in Europa finora non vi è stato molto spazio per l’Italia, penalizzata della lenta espansione della banda larga e da un livello di infrastrutture digitali che il nostro Paese ancora non ha, secondo gli osservatori del comparto.
I TIMORI DI NETFLIX
Sarebbero proprio i ritardi nella banda larga a frenare i progetti del gigante americano in Italia. Punto su cui “i manager del gruppo Usa avrebbero avuto rassicurazioni nei primi contatti avuti con Telecom”, ha scritto La Stampa.
Quello della banda larga è un elemento però imprescindibile su cui la Cassa depositi e prestiti ha dichiarato recentemente la sua disponibilità a collaborare, nonostante il freno posto dal presidente del gruppo Telecom Giuseppe Recchi: “Lo sviluppo della banda ultralarga, essenziale per la modernizzazione del paese, è da sempre nel nostro radar”, ha spiegato in un’intervista il presidente della Cdp Franco Bassanini seguito dall’amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini che in risposta a una domanda su un eventuale scorporo della rete Telecom Italia ha dichiarato: “La Cassa depositi e prestiti è disponibile ad accogliere eventuali partner interessati a investire nella banda larga”.
Fatta l’infrastruttura resterebbero da definire alcuni dettagli tra cui la Stampa ha citato il problema dei diritti televisivi per opere in italiano e l’esigenza di fornire una library in italiano vista la reticenza degli utenti a fruire di contenuti in lingua originale.
GLI APPROFONDIMENTI
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