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Nordio e Spigarelli si punzecchiano sulla giustizia alla Summer School di Magna Carta

DIGITO, DUNQUE SONO

Alla Summer School di Magna Carta ieri si è parlato di Economia digitale. A discutere con gli studenti dell’argomento c’erano Pierluigi Dal Pino, direttore centrale Relazioni Istituzionali e Industriali di Microsoft Italia, Laura Bononcini, Head of Public Policy di Facebook Italia, e Raffaello Vignali, deputato e responsabile area Sviluppo economico NCD.

I due esponenti di Microsoft e di Facebook hanno approfittato della presenza di un esponente politico per avanzare alcune richieste in tema di economia digitale. Laura Bononcini, in particolare, ha auspicato che il digitale non venga più considerato una materia di nicchia e “da smanettoni”, e che al contrario venga riconosciuto come un pezzo sempre più importante dell’economia nazionale e internazionale. Questa consapevolezza, secondo la Bononcini, deve realizzarsi sia da parte del mondo della politica sia da parte delle persone e delle imprese. “Ci sono 25 milioni di utenti in Italia su Facebook – ha affermato la Bononcini – ma la maggior parte percepisce il social network come uno strumento adatto solo a pubblicare le foto delle vacanze, senza considerarlo una vetrina fondamentale nel mondo di oggi per vendere i propri prodotti o per veicolare le proprie idee”. Raffaello Vignali, che prima di fare politica insegnava Management al Politecnico di Milano, ha risposto positivamente alle richieste di “modernizzazione” del Paese in senso digitale, e ha detto di aspettare di vedere il testo dello Sblocca Italia, che promette bene soprattutto in tema di banda larga e di imprese più tecnologiche.

COME RIFORMARE LA GIUSTIZIA? 

Il dibattito più acceso è stato di sicuro quello avvenuto tra il Procuratore aggiunto di Venezia Carlo Nordio, il presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane Valerio Spigarelli e il viceministro della Giustizia Enrico Costa (NCD). Si è trattato di un vero e proprio botta e risposta, che ha riguardato principalmente la riforma della giustizia, soprannominata la “riformicchia” da Spigarelli, pur riconoscendo il lavoro del viceministro Costa e del ministro della Giustizia Andrea Orlando molto serio e positivo.

Il vero battibecco è avvenuto però tra Nordio e Spigarelli. Nordio, all’inizio del dibattito, ha detto di non condividere la “lamentela” del tempo troppo lungo per l’esito di un processo, o meglio di condividerla solo parzialmente nella misura in cui di fronte all’attuale sistema non si può agire diversamente. Spigarelli, al contrario, ha sostenuto la necessità di dover ridurre fortemente i tempi insostenibili dei processi. A quel punto, Nordio ha risposto: “Come facciamo a fare le indagini in sei mesi su un reato anche importante se dobbiamo occuparci di centinaia di reati bagatellari? Depenalizziamo, allora, ma tanto poi per qualsiasi reato nessuno vuole depenalizzare né ha il coraggio politico per poterlo fare, e per questo ritengo considerazioni di pancia e non di logica quelle in merito alla necessità di ridurre i tempi dei processi”.

(UMBERTO PIZZI S’INTRUFOLA ALLA SUMMER SCHOOL. LE FOTO)



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