Mentre a Roma si è appena conclusa la seconda giornata del Congresso Nazionale e domani verranno confermate la carica di segretario generale di Giancarlo Morandi (attualmente segretario pro-tempore) e la nomina a presidente di Stefano De Luca (dimessosi come segretario politico e adesso “risorto” dalle ceneri, nonostante che avesse promesso di terminare la propria stagione politica) non è tutt’oro quello che luccica.
Le uniche vere novità sono le nomine di Daniele Toto (ex deputato del FLI e “finiano” di ferro) a coordinatore nazionale, per rilanciare il partito sui territori (alle ultime Europee hanno totalizzato 8000 preferenze sui 5 candidati dichiaratamente a marchio PLI) e Maurizio Facchettin probabile nuovo coordinatore del Nord-Est, dopo i successi elettorali nelle ultime amministrative del Friuli Venezia Giulia.
Domani verrà confermata la nuova Direzione Nazionale sulla base di un listone “bloccato” (modalità da paesi dell’ex cortina di ferro). Quindi zero opposizione interna (solo il consigliere ligure Diego Di Pierro ha cercato di presentare una mozione appoggiata da appena 9 delegati). Tutte le restanti forze vitali (tra queste l’ex senatore Paolo Guzzanti, oggi in Forza Italia, lo stesso sottoscritto e la giornalista Jacqueline Rastrelli, hanno preferito “in tempi non sospetti” non partecipare a questo congresso, che non riconoscono a prescindere.
Non c’è stato infatti dialogo, confronto. Base tradizionale dello sviluppo democratico di qualsiasi partito. Un partito senza opposizione non ha alcun senso, né ragione d’esistere. Contenti De Luca-Morandi, contenti tutti. Ma le chiacchere stanno a zero. Ogni qualvolta il PLI si è presentato alle elezioni e vi era una compagine di stampo liberale “concorrente” è stata sempre superata (0,27 per cento come PLI alle ultime politiche, 1.30 per cento FARE).
E la notizia, chiaramente tenuta sotto traccia nelle ultime ore, delle dimissioni dei vertici della GLI Nazionale (Gioventù Liberale Italiana), presieduta da Umberto Di Francia, ovvero il “cuore pulsante” dei giovani liberali italiani è la conferma di questa tesi. Di seguito il testo del comunicato firmato da Di Francia.
Il PLI, domani, uscirà con un nuovo segretario (tra l’altro di età inferiore solo a Berlusconi) ma qual è il futuro di questo partito nonostante le dichiarazioni tranquillizzanti dello stesso Morandi? I dati numerici non lasciano scampo: circa 8 mila preferenze alle Europee2014. Troppo pochi secondo noi per catturare l’attenzione, al di là delle dichiarazioni di “cortesia” di questo o quel deputato del PD o FI, del centro sinistra o destra, presenti al congresso.
Domani cala il sipario sul congresso del PLI. Ha il suo nuovo segretario, ma i giovani sono tutti fuori – non si riconoscono in questa classe dirigente e mai lo potranno fare nel futuro. La totale assenza di una lista elettorale concorrente è la fine di qualsiasi discorso futuro. Morandi si presenta come aggregatore di tutti i movimenti dell’area librale. Tutto molto interessante, ma come potranno operare in tal senso se, a livello interno, non hanno assolutamente favorito liste alternative a quella del listone bloccato? Quale movimento liberale (ALI, Fare, ecc.) può avere interesse ad entrare in un “sistema chiuso”, che non vuole confrontarsi e rinnovarsi (se non tramite dichiarazioni di rito)?
di Umberto di Francia – Segr. Naz. GLI