Ho letto con grande interesse l’intervento del senatore Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di Ncd su quanto la sua formazione politica ha realizzato in quest’anno di esistenza e i nuovi compiti che l’attendono; e nel condividere le sue valutazioni sull’importanza per la vita politica del nostro Paese della nuova formazione, credo che il percorso da lui delineato debba essere seguito con l’attenzione che merita da tutta l’opinione pubblica italiana – anche di quella non vicina al Ncd – perché l’obiettivo indicato da Quagliariello non riguarda solo il presente e futuro di una nuova formazione politica ancora di limitate dimensioni, ma – a ben vedere – quello dell’Italia e della sua collocazione nel contesto internazionale.
Proprio per questo – senza alcuna pretesa di esaustività e senza alcuna presunzione professorale – vorrei suggerire alcuni temi alla riflessione del Ncd, sui quali credo che si potrebbe consolidare il profilo di un nuovo grande partito popolare, moderato certo, ma dinamicamente proteso a rappresentare i ceti della modernizzazione ben presenti nel Paese ed anche nel Sud, come ben sa il Senatore Quagliariello. Ve ne sarebbero molti altri di temi, ma scelgo questi perché oggetto già di atti del Governo cui partecipa il Nuovo centro destra.
Un primo tema sul quale lavorare è quello di una profonda, effettiva, radicale riqualificazione della spesa pubblica – ma anche dove necessario di una sua secca riduzione – perché i tentativi sinora compiuti in sede di spending review e annunciati per la nuova legge finanziaria sono stati e sembrano, riconosciamolo, piuttosto deludenti. Comprendo benissimo che vi sono scelte politiche complesse e forse anche elettoralmente dolorose da compiersi, ma mi chiedo e chiedo al Senatore Quagliariello: devono essere sempre rinviate per non perdere consenso elettorale ? Se prendiamo, ad esempio, il settore della sanità, sarebbe necessario che soprattutto nel Sud si proceda con nuovi tagli nella spesa che siano molto precisi, rigorosi, chirurgici, perché i margini per farlo esistono, e il Ministro Lorenzin credo che ne sia pienamente consapevole, anche se poi continua a ripetere che si è ormai al limite della spesa contenibile. Non è così, perché basterebbe leggere a fondo, facendone vere e proprie due diligence, i budget delle Asl meridionali – uno per uno, voce per voce – per rendersene agevolmente conto.
Lo stesso dicasi sulla necessità di accorpare una serie di Enti: il Governo Renzi è partito, ventilando l’ipotesi di accorpare, e persino sopprimere, Camere di Commercio, Autorità portuali, Prefetture, Questure, Forse dell’Ordine, ma al momento gli annunci hanno prodotto ben poco che non devo certo richiamare all’attenzione ben documentata del Senatore Quagliariello. E l’accorpamento dei Comuni ? Si può finalmente stabilire una soglia – come dice l’Anci che ne farà il tema del suo prossimo congresso, secondo l’annuncio il suo Presidente Piero Fassino – di 15.mila abitanti per ognuno di essi ? Le resistenze saranno fortissime ? Lo sappiamo, ma dobbiamo saper rispondere con pacata determinazione. Sull’abolizione annunciata ma non realizzata delle Province, non credo che si debba aggiungere altro, tacendo sulle risse in corso in tutti i partiti per l’elezione dei loro nuovi Presidenti.
La lotta all’evasione fiscale. Ma è possibile ascoltare ancora – senza provare l’ennesimo moto di indignazione – il Ministro Padoan (che è anche responsabile delle Finanze) il quale afferma che l’evasione fiscale è stimata in 91 miliardi l’anno ? Con tutti gli strumenti normativi che sono stati approvati negli ultimi anni – cominciando dall’abolizione del segreto bancario e da tutte le banche dati esistenti – è mai possibile che non si riesca a stroncarla, dal momento che lo scorso anno sono stati recuperati poco più di 13 miliardi di euro di quella ben più corposa di fatto avvenuta ? Allora delle due l’una: o non la si vuole realmente abbattere, per ragioni politicamente anche comprensibili ma non condivisibili, o si è in presenza di vera e propria incapacità operativa degli organi preposti a combatterla. Mi si perdoni la franchezza, ma quando i risultati non si conseguono, in un’azienda si licenzierebbero anche i dirigenti inadempienti e incapaci.
Ora il Senatore Quagliariello potrà legittimamente chiedermi se i pochi temi di riflessione da me avanzati in questo intervento non debbano essere proposti a tutte le forze politiche del Paese e non solo alla sua. Certo, sono suggeriti a tutte, ma al Ncd in particolare perché esso ha la legittima ambizione di poter essere il nucleo aggregante di una nuova grande forza politica nazionale, popolare ed europea di cui il Paese avverte il bisogno.
Personalmente non credo che il Ncd sia una meteora destinata ad estinguersi nel nostro panorama partitico: se saprà lavorare con determinazione, respiro politico e culturale e forte radicante sul territorio – avviando poi, e concludendo soprattutto in tempi sperabilmente rapidi il percorso di riunificazione con Udc, e Popolari per l’Italia – io credo che il suo spazio politico tenderà a crescere. Ma sarebbe auspicabile che ciò avvenisse elaborando e attuando – soprattutto là dove chiamato a ruoli di governo – un ricco programma di sistematica modernizzazione del Paese, senza il quale anche una nuova forza politica di centro moderato sarebbe solo un rassemblement di ceti politici, autorevoli certo, ma senza reale radicamento nel Paese e nei suoi reali bisogni.