C’è qualcosa di tragicamente esilarante nella tabella programmatica della Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Essendo il Governo Renzi all’interno del Fiscal Compact che non rinnega, è obbligato a dire (dopo un tortuoso e immaginifico massaggio dei dati per mostrare che il deficit strutturale 2015 non peggiorerà rispetto a quello del 2014, rimanendo ad un quanto mai misterioso 0,9% di PIL elaborato secondo i dettami assurdi della Commissione europea) che dal 2016 in poi … ragazzi, yippie, si torna all’austerità (mai abbandonata come abbiamo visto sopra). Eh già.
Da 2,9 a 1,8. Da 1,8 a 0,8. Da 0,8 a 0,2. Eccolo il rapporto deficit-PIL che diminuisce di 2,5% di PIL in tre anni, dal 2016 al 2018. Con manovre annuali di 15 miliardi di maggiori tasse e minori investimenti pubblici.
Roba da far tremare i polsi a qualsiasi imprenditore che volesse investire in Italia: e quando mai lo farà, in un quadro così restrittivo e pieno di incertezze tendenti al negativo?
Ma non poteva mancare la goliardica ciliegina sulla torta. C’è, in basso alla tabella programmatica di pagina 2 della Nota di Aggiornamento (l’unica pagina che conta veramente perché rileva per la valutazione della Commissione europea) una piccola noticina che recita quanto segue (non è uno scherzo!):
“nella legge di stabilità del 2015 è ipotizzata una clausola sulle aliquote IVA e sulle altre imposte indirette per un ammontare di 12,4 mld 2016, 17,8 2017, 21,4 nel 2018. Gli effetti di tale clausola, stimati con il modello macroeconomico ITEM del Tesoro, genererebbero una perdita di PIL pari a 0,7% a fine periodo dovuta da una contrazione complessiva dei consumi e degli investimenti per 1,3%…”
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Dove può arrivare la follia umana? Il Tesoro, pur di accontentare la Commissione europea e fargli vedere che siamo dei “bravi scolari che fanno i compiti a casa” (oh sì che li facciamo), è disposto con lucida follia a rimarcare gli effetti recessivi delle sue politiche, così da deprimere ancora di più imprese e famiglie. Ma hanno mai studiato al Tesoro il ruolo delle aspettative e dell’ottimismo nelle scelte degli operatori??
E, badate, a poco vale dire “ma no, è tutta una finta, non faremo queste manovre”: nell’incertezza famiglie ed imprese staranno lontani dall’economia.
Il Fiscal Compact obbliga Francia e Italia ad annunciare a tutti una grande austerità per anni ed anni a venire. Va rimosso completamente, prima che sia troppo tardi.
(estratto dal blog www.gustavopiga.it)