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La memoria dei gulag nella letteratura di Varlam Salamov

Memoria, letteratura e diritti umani. Sono queste le tre componenti della mostra “Vivere o scrivere. Varlam Salamov” dedicata allo scrittore russo vissuto negli anni a cavallo dello stalinismo e da cui è possibile ricostruire le realtà di sofferenza quotidiana che vivevano i deportati nei gulag siberiani e di chiunque si opponesse al sistema stalinista. Curata inizialmente dalla Literatuhaus Berlin, la mostra approda ora in Italia grazie alla promozione dell’Associazione Memorial Italia, mentre a Memorial Iternational è stato assegnato il Premio Vittorio Foa per l’impegno sui diritti umani e la salvaguardia del patrimonio letterario e culturale russo.

LA MOSTRA

La prima tappa della mostra sarà a Brescia, ospitata dall’Università Cattolica a partire dal 22 ottobre fino al 7 novembre 2014. Poi si sposterà a Parma, Milano, Verona e Roma. Il valore di Varlam Salamov, riconosciuto solo dopo la sua morte, è pari a quello di Aleksandr Solzenicyn che, come lui, ha descritto l’orrore dei gulag staliniani di cui parleranno, durante l’inaugurazione, Sergio Rapetti, traduttore dei Racconti di Kolyma” e studioso di Salamov, e Francesca Gori, presidente dell’associazione Memorial Italia insieme al presidente della Cooperativa cattolico-democratica di Cultura, Alberto Franchi. E proprio grazie a queste due associazioni – e le università che di volta in volta la ospiteranno – che Salamov potrà farsi conoscere anche in Italia.

COSA È MEMORIAL

Memorial Italia è nata nel 2004 e, lavorando in stretto contatto con l’omonima associazione russa, ha promosso eventi sulla guerra in Cecenia (tra queste va ricordata la mostra “Cecenia. Una guerra e una pacificazione violenta” organizzata presso il Museo diffuso di Torino nel 2009). Ha partecipato alla mostra e alla discussione sul processo a Michail Chodorkovsky (Roma. luglio 2010) e, condividendo l’obiettivo di Memorial Internazionale di tenere aperta la riflessione sugli autoritarismi e totalitarismi anche grazie alla letteratura, al cinema e alle arti visive.

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La targa di Memorial International con sede a Mosca

LE ATTENZIONI DI PUTIN E IL PREMIO FOA

Memorial International, candidata a premio Nobel per la Pace nel 2013 e da cui è tratto il materiale d’archivio di cui la mostra su Salamov si compone, è al centro delle attenzioni “particolari” del governo russo, proprio in relazione alle sue attività sui diritti umani, dopo aver subito pressioni e aggressioni in Cecenia. L’associazione, ora, rischia anche la liquidazione a causa di un’accusa che limiterebbe la possibilità di ricevere donazioni internazionali. La sentenza sarà pronunciata il 13 novembre e potrebbe compromettere le sorti dell’associazione, presieduta da Arsenij Roginskij – storico e letterato, fondatore di Memorial tra 1988 e 1989 e suo presidente dal 1998.

In risposta alle intimidazioni del governo russo, a Memorial International è stato assegnato il premio internazionale Vittorio Foa 2014 perché è “l’unica associazione per i diritti umani – si legge nelle motivazioni del premio – con una collezione di veri documenti storici, presente in Russia. “Memorial” si occupa di tutte le persone che vengono private dei loro diritti, specialmente per motivi politici, e cerca di rendere pubbliche le loro sofferenze tramite libri, articoli, mostre e comunicazione via web”.



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