Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Per chi se lo fosse perso, riproponiamo il seguente ragionamento, a testimonianza dell’imbecillità del legislatore, che – senza valutarne gli effetti – scrive, e male, norme punitive per alcuni, per favorire un ricambio generazionale. Ricambio tutto da dimostrare, se mancano le competenze specifiche, possedute invece dai soggetti rottamati.
Che tipo di leggi licenzia il nostro parlamento, su input “vincolato” (alias decreto legge) del presente governo? La domanda non è peregrina. L’art. 6 della legge 114/2014 (detta legge Madia) relativa alla Pubblica amministrazione, nella sua confusa formulazione, interdisce ai pensionati italiani, sia pubblici che privati, qualsiasi incarico o carica retribuita all’interno della pubblica amministrazione. Non solo ma anche l’eventuale carica gratuita non puo’ avere durata superiore a 12 mesi.
Enorme sciocchezza, diciamo NOI (usiamo il Noi, esattamente come fa il Premier di turno). Sul piano del diritto si è creata una discriminazione lesiva del principio di uguaglianza tra i cittadini, priva di ragionevolezza e legittimità.
Pensateci un attimo. Poiché norma siffatta non esiste nella U.E., si potrebbe realizzare il caso di un pensionato francese, tedesco, inglese che venga ad occupare a pagamento quegli incarichi nella P.A. invece preclusi e negati ai cittadini italiani.
Non solo, ma lo stesso Renzi sembra od ignorare la norma o darne un’interpretazione “quantomeno elastica e ad personam” avendo nominato Commissario dell’INPS il pensionato Tiziano Treu, persona competente ma professore universitario in pensione. Non solo, ma il suddetto Treu riceverebbe (alla faccia dell’art. 6 della legge Madia) anche una prebenda (superiore ai 200.000 euro/anno). Ulteriore illegittimità, a parere nostro e di qualche illustre principe del foro.
Secondo Treu (Corsera, 21/10/14) , i Ministri coinvolti nella scelta avrebbero deciso che “detta incompatibilità non si applica alle nomine di Governo”. Tesi singolare, per la quale una legge governativa varrebbe per tutta la P.A. ma non per lo stesso Governo! Tesi singolare, che ha portato nei giorni scorsi il Governo ad un’altra nomina in deroga: un altro pensionato a capo di una delle tante Authorities.
Nel frattempo, però, il citato articolo 6 viene rigorosamente applicato ai “pensionati normali”.
Un esempio, per tutti. Gli alti dirigenti del MIUR hanno deciso che i pensionati non possano candidarsi alla Presidenza di Conservatori e di Accademie di Belle Arti, neppure a titolo gratuito. Ce lo ricorda il Prof. Sergio Cordibella, Presidente del Conservatorio di Mantova.
Ed allora? Allora, anche nella stagione di Renzi continua il nepotismo e l’applicazione elastica delle leggi verso gli “amici”. Questo governo l’ha fatto più volte: a partire dalla vigilessa di Firenze, divenuta capo dell’ufficio legislativo di Renzi, con risultati pessimi. Lo rifà oggi con Treu e C. Lo rifarà a breve, ne siamo certi. L’articolo 6 non vale per la casta, vale solo per i sudditi.
NOI, però diciamo: “Ci sarà pure un giudice a Berlino !”. Perché la magistratura, non amata da Renzi, può avere, anche su questi aspetti, un ruolo micidiale. Magistratura, italiana ed europea. Perché ad entrambe i danneggiati dovranno appellarsi!
Stefano Biasioli – Medico pensionato e noto bastiancontrario