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Vi spiego i progetti della Francia sull’Ucav europeo

“La Francia ha molte operazioni in corso e in tutte gli APR (velivoli a pilotaggio remoto, ndr) sono una componente essenziale”. A dirlo recentemente a Firenze – in occasione del convegno “The Multifunctionale Nature of the Aerospace Domain”, organizzato nell’ambito del semestre italiano di Presidenza del Consiglio Ue – il capo di stato maggiore dell’aeronautica francese, generale Denis Mercier, sottolineando che oggi non c’è assetto in aria senza il supporto dei velivoli unmanned.

COLLABORAZIONE SU ADDESTRAMENTO

“Più si usano e più ne abbiamo bisogno”, ha detto Mercier, “ed è per questo che li vogliamo includere nell’addestramento”. “In questo ambito – ha aggiunto – sarebbe auspicabile una collaborazione italo-francese, dal momento che il vostro Paese ha già un centro di eccellenza (la base AM di Amendola, da dove si pilotano i Predator e dove nel 2015 sarà avviata la formazione per tutti gli assetti unmanned, ndr) e noi ne abbiamo creato uno simile, affiancato ad un altro, che svolge ricerca applicata per preparare gli APR del futuro”.

NON UN SEMPLICE VELIVOLO

“L’APR non va pensato come un semplice velivolo, bensì come un sistema. Oggi in Europa abbiamo l’esigenza di andare veloci in questo segmento e di cooperazione, sia in ambito militare, sia in ambito civile”, ha detto ancora il numero uno dell’Armée de l’Air. E di collaborazione il generale Mercier ha parlato anche a proposito di un programma per un UCAV (unmanned combat aerial vehicle) di classe MALE (medium altitude – long endurence) europeo sul quale di fatto, al di là di semplici tentativi, come il progetto anglo-francese per avviare studi di fattibilità congiunti basati sulle esperienze nazionali precedenti,  manca ancora un accordo politico-industriale.

VERSO DRONI STRATOSFERICI

“Serve una road map comune per arrivare ad avere qualcosa di concreto attorno al 2025. Un drone europeo, un programma nuovo per la difesa, ci serve”, ha detto il generale, spiegando che oggi esistono piccoli droni tattici con collegamento satellitare, ma che il futuro sarà rappresentato da droni stratosferici in grado di stare in aria anche mesi e di essere complementari ai satelliti. “Il futuro sarà un sistema di combattimento formato da un nucleo di Comando e Controllo (C2, ndr) che organizzerà tutte le operazioni di combattimento aereo, dove cloud e big data, avranno una valenza fondamentale”. “Questo – ha concluso il capo di stato maggiore – non riguarda solo la Difesa, ma anche i settori civili”.


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