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Così la Cina prova a spostare in Asia il centro del mondo

taiwan

Lo sfarzo del vertice dell’Apec, che si tiene in queste ore a Pechino, segna forse il punto più alto raggiunto finora dal sogno cinese propagandato dal presidente Xi Jinping (nella foto).

Il Dragone celebra questo momento senza troppe remore, alla presenza dei leader delle 21 economie che si affacciano sul Pacifico e altri 17 leader regionali: tutti giunti alla corte del gigante asiatico, che si configura sempre più come l’unico vero antagonista (e il punto di equilibrio) del potere americano nel mondo.

GLI INVESTIMENTI CINESI NEL MONDO…

Una delle conseguenze dell’ascesa cinese è nel modo in cui ha deciso di impiegare l’immensa liquidità di cui dispone grazie alle sue massicce esportazioni. Gli investimenti cinesi nel mondo – spiegano gli analisti di Bloomberg – varranno 1.250 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, 40 dei quali destinati al ripristino dell’antica Via della Seta verso l’Europa.

…E IN EUROPA

Dalle mire cinesi non è esente l’Italia. Sull’asse Roma-Pechino, in particolare in settori strategici e spesso a forte partecipazione pubblica come energia, trasporti e telecomunicazioni, si muove ormai una quota rilevante degli investimenti dei colossi statali cinesi in Europa (l’Heritage Foundation li ha stimati nel 6,9% del totale regionale), nonché della strategia geopolitica del Dragone nel Vecchio Continente. Anche secondo un’inchiesta del Financial Times, l’Italia è al primo posto nelle mire di espansione della Cina. In particolare Pechino starebbe passando da investimenti nelle economie emergenti a quelle mature e scommetterebbe sull’Europa.

LE MOSSE STRATEGICHE

Il primo obiettivo della Cina, come ricordato ieri nel discorso di apertura dei lavori del presidente, rimane però l’area di libero scambio Asia-Pacifico, che la Cina vorrebbe realizzare entro un paio d’anni. La mossa di Pechino – rileva Asia Briefing – intende bilanciare la Trans-Pacific Partnership americana (Tpp), uno dei due trattati (l’altro è il Ttip e riguarda l’Europa) con cui Washington vuole contenere l’espansione cinese.

Dell’offensiva diplomatica della Cina fanno parte anche il nuovo accordo sul gas con la Russia, che allontana Mosca dall’Europa, e i tentativi di disgelo col Giappone, che hanno assunto la forma della stretta di mano a favore di fotografi tra Xi Jinping e il primo ministro giapponese Shinzo Abe. I due – riporta la BBC – si sono incontrati per la prima volta proprio durante il forum Asia-Pacifico, dopo due anni di tensioni e accuse riguardanti le isole contese Diaoyu-Senkaku.

IL DIALOGO TRANSPACIFICO

Ma è nel dialogo tra Pechino e Washington che si gioca molto degli equilibri futuri. Xi Jinping e Barack Obama hanno aperto oggi una due giorni di colloqui caratterizzata da sorrisi e sospetti. La Cina ha accusato Washington di aver favorito le proteste a Hong Kong e sabotato il lancio dell’Asia Infrastructure Bank. Gli Usa, invece sono preoccupati per gli attacchi informatici, l’equilibrio commerciale e l’escalation militare nell’area. Ma si possono anche fare affari assieme: Reuters ha scritto che i due Paesi potrebbero annunciare un investimento comune in Africa. L’importante è non lasciare governare le relazioni da errori di valutazione, ha scritto The Diplomat,come quello che potrebbe portare a un fallimento dell’atteso accordo sul clima, al primo posto nell’agenda della visita del presidente Obama in Cina, come rimarca il sito americano Politico. Finora, secondo la gran parte degli osservatori, è stato Pechino l’ostacolo maggiore al rinnovo del Protocollo di Kyoto, che dovrebbe avvenire l’anno prossimo durante il vertice climatico dell’Onu in programma a Parigi. Il braccio di ferro con cui le due potenze misureranno i loro muscoli nei prossimi anni, inizierà proprio da qui.

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