C’erano una volta i guru a 5 stelle. Al vaffa generale di Beppe Grillo verso il sistema sono sfuggiti pochi isolati intellettuali, apprezzati dagli attivisti, ripresi dal blog del comico genovese, assunti a riferimento culturale di un movimento che non sembra averne di fortissimi. Alcuni di loro hanno ricambiato questa stima, manifestando apprezzamento e interesse verso la novità rappresentata dal M5S. Ora però la corrispondenza di amorosi sensi sembra essersi interrotta bruscamente.
BECCHI CAMBIA VERSO
Il caso più famoso è quello di Paolo Becchi. Con l’ascesa del movimento, la refrattarietà dei suoi componenti a prendere parte al circo mediatico è stata compensata dal professore ligure, divenuto in poco tempo volto televisivo e quasi ideologo a 5 Stelle. Alcune sue scivolate comunicative (“Se qualcuno prende i fucili non lamentiamoci”), avevano poi costretto il movimento a prendere le distanze, ma la sintonia era rimasta. Tanto che a maggio il professore ha addirittura preso la tessera del movimento. Negli ultimi tempi invece Becchi sembra deluso e disilluso dalle magie di mago Beppe. Anche se ieri sera nel corso della trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio 24, condotta da Giuseppe Cruciani, Becchi ha ricordato che resta comunque un iscritto al Movimento 5 Stelle, anche se sovente non concorda con tutte le posizioni dei grillini o di Grillo.
E’ di oggi un suo eloquente tweet dedicato all’apertura del leader a 5 Stelle al Pd sulle riforme: “Patto del Nazareno più solido che mai e Grillo, con la sua voglia di prendere il posto di Berlusconi, ha fatto solo una ‘figura de mierda’”.
Anche sul suo blog sul Fatto quotidiano, gli elogi hanno lasciato spazio a severe bacchettate. Se infatti, scrive, il M5S “è stato la speranza, forse l’utopia, di una stagione che chiudesse i conti con il cancro dei partiti, con una ‘rappresentanza’ ormai ridotta a sistema di riproduzione di una ‘casta’ parassitaria”, ora si corre il rischio che non lo sia più. Il professore biasima la logica dello scambio con il Pd sulle poltrone del Csm e e della Corte costituzionale: “Renzi si è ‘comprato’ il M5S con facili promesse di posti e di scambi e il movimento è caduto in pieno nella trappola, convinto di poter ‘controllare’ in suo favore un’intesa col Pd che comunque vada tradisce tutti i suoi principi: quel ‘tutti a casa’, ‘o noi o loro’, ‘ne rimarrà uno solo’ che avevano scandito i momenti più belli della lotta per la liberazione del nostro Paese”.
LA FINE DELL’IDILLIO CON RAPETTO
Fine dell’idillio a 5 Stelle, come raccontato da Formiche.net, anche per l’ex ufficiale della Guardia di Finanza Umberto Rapetto, un esperto ascoltato e apprezzato anche dai vertici del Movimento 5 Stelle sui temi della cyber security. Ora le divergenze tra il poliedrico inventore ed ex comandante del Gruppo anti-crimine e il movimento fondato da Grillo e Gianroberto Casaleggio si accentuano, come dimostra la sintesi del suo saggio contenuto nell’ultimo rapporto Nomos&Khaos curato da Germano Dottori e Giuseppe Cucchi. “L’idea che sia possibile dar vita ad una forma di democrazia diretta basata sulla rete – scrive Rapetto e il riferimento sembra chiaramente al M5S – è foriera di pericolose illusioni. Non solo perché soltanto una parte della popolazione è davvero in grado di utilizzare il web – non ne sono infatti capaci né gli anziani né tutti coloro che sono sprovvisti di computer, tablet o smartphone, inesorabilmente esclusi anche dai benefici dell’informatizzazione della Pubblica Amministrazione – ma altresì perché nessuna forma di voto via internet potrebbe davvero essere segreta, essendo tracciabile l’identità elettronica e fisica di chi lo esprime”.
GRILLO E I NO-EURO
Sbugiardato anche il feeling del movimento nei confronti degli economisti no-euro. La battaglia contro la moneta comune aveva avvicinato a cavallo delle elezioni politiche Grillo & Co. per esempio ad Alberto Bagnai, professore di politica economica all’università Gabriele D’Annunzio di Pescara. Alcuni dei suoi interventi sono stati ripresi sul blog del comico genovese. Un interesse poco ricambiato dall’economista che, intercettato da Servizio pubblico, ha spiegato come l’idea di Grillo di fare un referendum lo renda in realtà “pro-euro”: “Significa aprirsi alla quasi certezza che la popolazione italiana voterà per l’euro perché ancora terrorizzata dall’ignoto”. E dello stesso parere è Claudio Borghi, responsabile economico della Lega Nord, da anni battagliero sostenitore dell’uscita dalla moneta unica: “Grillo ha visto che le nostre idee stanno dilagando. Si mette in scia”, ha detto a Futuro Quotidiano.
GLI INGRATI GABANELLI E RODOTA’
Per molti grillini stanno dimostrando scarsa riconoscenza per essere finiti tra i prediletti del M5S come candidati al Quirinale Milena Gabanelli e Stefano Rodotà. La prima ha dedicato una puntata di Report sui guadagni di Grillo e Casaleggio che le sono valsi gli epiteti di “ingrata” e “traditrice” sul suo blog. Il secondo, candidato ufficiale del movimento al Qurinale, salvo poi essere definito da Grillo “ottuagenario miracolato dalla rete”, si è dimenticato in fretta del movimento ma non della rete. E’ stato Rodotà a guidare infatti la commissione che ha preparato la Carta dei diritti di Internet, recentemente presentata e promossa dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, uno degli obiettivi preferiti degli strali del Movimento 5 Stelle.