L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha firmato oggi ad Ashgabat alcuni accordi bilaterali con le autorità turkmene competenti, che rafforzano la presenza del gruppo energetico italiano nel Paese centroasiatico. Per Descalzi non si tratta solo di un’alleanza strategica per Eni ma di un’opportunità per tutto il sistema Italia.
L’ACCORDO
Il nuovo accordo firmato alla presenza del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e di quello del Tukmenistan, Gurbanguly Berdimuhamedov, estende fino a febbraio 2032 la durata del Production Sharing Agreement, che regola le attività di esplorazione e produzione del blocco onshore Nebit Dag, situato nell’ovest del Turkmenistan.
L’Agenzia di Stato per la gestione e l’uso delle risorse di idrocarburi del Turkmenistan ed Eni hanno firmato inoltre con un accordo separato un memorandum per valutare la possibilità di estendere le attività di Eni al tratto turkmeno offshore del Mar Caspio.
“L’intesa di oggi – si legge sul sito di Milano Finanza – segue quella di ieri con Sonangol, in Angola, riguardo a future attività di collaborazione e progetti comuni nel settore del petrolio e del gas da sviluppare nel Paese. Le due società costituiranno un team per studiare le potenzialità del gas non associato presente nel basso bacino del Congo”.
UN’ALLEANZA STRATEGICA
Al termine dei colloqui tra Renzi e Berdimuhamedov, Descalzi ha parlato di un'”alleanza strategica” col Paese centroasiatico.
“Da oggi, la nostra posizione è estremamente più forte e i nostri sviluppi non saranno solo nell’olio, ma anche nella valorizzazione del gas turkmeno, sia attraverso potenziali sviluppi del Gtl (Gas to liquid, la trasformazione del gas in diesel), che con il possibile trasporto attraverso il Caspio”.
Elemento su cui punterebbe molto il presidente Berdimuhamedov, che ha chiesto a Eni uno studio di fattibilità sul gas naturale compresso (Gnc). “Visto che non si può trasportare gas attraverso tubi, che avrebbero bisogno dell’accordo di tutti i Paesi rivieraschi – ha riferito Descalzi – si valuta il Gnc come possibilità per portare una parte del gas turkmeno in Azerbaijan e quindi in Europa”.
ALLA RICERCA DI NUOVE ROTTE
Secondo l’amministratore delegato di Eni, vanno necessariamente cercate nuove rotte anche in altri Paesi per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico: “Sia da un punto di vista commerciale, che di sicurezza la chiave è la diversificazione, verso Sud con l’Africa e verso il Mediterraneo”, ha sottolineato Descalzi.
“Uno di questi paesi – ha spiegato – è proprio il Turkmenistan, anche perché potrebbero essere risorse nostre. Come compagnia, il nostro obiettivo è trovare e vendere il nostro gas e il Turkmenistan è in questa linea strategica”.
LE OPPORTUNITA’ PER L’ITALIA
Per Descalzi la portata dell’alleanza potrebbe ampliarsi: “Questi accordi hanno aperto prospettive importanti. Non si tratta solo di Eni e della compagna statale Turkmenneft – ha spiegato – ma di Eni, Italia e Turkmenistan: un’alleanza che è molto più ampia e che dietro ha tutto il sistema Italia”.
Da cui l’invito a guardare a questo paese: “Qui ci sono possibilità non solo per Eni, ma per molte aziende italiane, di sviluppare delle attività e in generale partecipare allo sviluppo del Paese”.