Dall’esperienza Fiat è nata, solo un anno fa, CNH Industrial che è frutto della fusione fra l’azienda torinese (ramo “Fiat Industrial”) e l’americana CNH Global (frutto della fusione Case e New Holland – entrambi parte di Fiat). 62 stabilimenti produttivi, 48 centri di ricerca e sviluppo, oltre 71.000 dipendenti: questi i numeri del Gruppo.
Presieduta da Sergio Marchionne, CNH Industrial è presente in 190 paesi con dodici brand, ciascuno dei quali rappresenta una forza internazionale di primo piano nel settore industriale di competenza: Case IH, New Holland Agriculture e Steyr per i trattori e le macchine agricole, Case e New Holland Construction per le macchine movimento terra, Iveco per i veicoli commerciali, Iveco Bus e Heuliez Bus per gli autobus e i pullman, Iveco Astra per i veicoli cava cantiere, Magirus per i veicoli antincendio, Iveco Defence Vehicles per i veicoli per la difesa e la protezione civile ed FPT Industrial per i motori e le trasmissioni.
Uno dei più importanti gruppi mondiali nei capital goods, dietro ogni singola sigla vi sono numerosi prodotti, impianti produttivi e strategie di mercato diverse. Ad un anno circa dalla quotazione, a New York e a Milano, Formiche.net chiesto a Michele Ziosi (Responsabile dei rapporti istituzionali per l’Europa, il Medio oriente e l’Africa di CNH Industrial) di aiutarci a conoscere meglio CNH Industrial.
Il Gruppo coniuga tecnologie innovative e sostenibili con le esigenze di affidabilità e produttività dei mezzi dei propri clienti. A cosa ha dato vita questa sinergia?
L’innovazione e il progresso tecnologico sono due leve che hanno consentito ai nostri marchi di mantenere nel corso degli anni un vantaggio competitivo importante nello sviluppo di motori convenzionali – benzina e diesel – sempre più efficienti e con ridotte emissioni inquinanti e di CO2, e una leadership di livello globale soprattutto per quanto riguarda le trazioni alternative: da quella elettrica e ibrida fino alla più ampia gamma di soluzioni a metano compresso e liquefatto. Per garantire i bisogni di mobilità nel rispetto dell’ambiente il Gruppo investe nella ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie tenendo in considerazione le caratteristiche specifiche di ciascun mercato.
I motori a trazione convenzionale mantengono ancora un predominio nel settore della mobilità.
Nonostante l’interesse e lo stimolo normativo verso la diffusione di veicoli elettrici e ibridi nei prossimi anni questi ultimi continueranno ad avere un ruolo predominante. Nel 2014, sono entrati in vigore le motorizzazioni Diesel Euro VI per i veicoli commerciali medi e pesanti, che consentono riduzioni in termini di emissioni allo scarico. Purtroppo, gli ingenti investimenti richiesti per lo sviluppo dell’Euro VI non hanno ancora prodotto significativi ritorni in termini di nuovi veicoli introdotti nel parco circolante totale di tutti gli Stati Membri europei.
E in Italia?
La diffusione dell’Euro VI in Italia stenta ancora a decollare per via della forte crisi del settore dell’autotrasporto e l’esistenza di un parco circolante tra i più datati d’Europa che ha impatti sulla sicurezza e soprattutto sul livello complessivo di emissioni inquinanti. Un veicolo Euro 0 produce una quantità di sostanze inquinanti nocive equivalente a 100 veicoli Euro VI. Ma l’introduzione di nuovi veicoli commerciali Diesel con motori di ultima generazione andrebbe supportata in Italia e in altri Paesi europei.
Per motivi legati alla sicurezza ed al rispetto dell’Ambiente potrebbe essere importante censire il parco dei trattori agricoli e macchine di movimento terra e da costruzione che consenta alle istituzioni un monitoraggio costante delle flotte in esercizio attraverso la raccolta di dati riguardanti l’anzianità del parco, il livello di emissioni, lo stato di manutenzione e l’affidabilità in termini di sicurezza.
Chi detiene il primato invece tra le trazioni alternative?
Il metano si presenta oggi come l’unico combustibile realmente alternativo rispetto a benzina e gasolio e il più pulito ora disponibile. Il gas naturale è largamente disponibile a livello globale, essendo la terza fonte energetica per produzione e consumo nel 2013.
Grazie alle loro caratteristiche inoltre i motori a gas naturale e biometano (biogas raffinato e adeguato agli standard automobilistici) sono combustibili perfetti per l’utilizzo nelle aree urbane, agricole e per la distribuzione notturna, anche per i ridotti livelli di rumorosità.
Il metano inoltre si posiziona tra i miglior i combustibili in termini di well-to-wheel (il parametro che tiene conto dell’intera filiera dal pozzo di estrazione al suo utilizzo, ndr) e rispetto al diesel riduce le emissioni veicolari di CO2 dal 9% fino al 100% in caso di utilizzo di bio-metano.
Ricordo peraltro, che pochi giorni fa, delegati di tutto il mondo al G20 di Brisbane hanno licenziato un Piano di azione strategico per l’efficienza energetica e, per quel che concerne i trasporti su strada, il gas naturale, nelle sue forme gassose e liquide, è incluso tra le opzioni energetiche con il maggior potenziale oggi e nel futuro.
Quale posto occupano in Italia i combustibili alternativi?
Quella del metano è una filiera radicata nel nostro Paese, che occupa circa 20.000 addetti, tra diretti e indiretti, fattura circa 1,7 miliardi di euro l’anno, vede coinvolte più di 50 Pmi riconosciute a livello mondiale e più di 5.000 officine dedicate con personale qualificato e investe in ricerca e sviluppo circa il 4% del fatturato.
L’adozione da parte del Parlamento europeo della proposta di Direttiva per ampliare la rete delle infrastrutture dei combustibili alternativi non potrà che rafforzare tale importante filiera italiana ampliandone il raggio d’azione e il contributo al PIL del nostro Paese.
Tra i combustibili alternativi, merita inoltre un posto di rilievo il “biometano” non solo perché l’industria italiana è all’avanguardia nel settore dei combustibili gassosi, ma anche perché valorizza al massimo la producibilità (in termini di chilometri percorribili, per ettaro, da un veicolo alimentato con energia proveniente da fonti rinnovabili) dei nostri terreni agricoli, anche di quelli marginali.
Quali vantaggi economici comportano tali investimenti?
Investire nello sviluppo del biometano determinerebbe potenziali ricadute economiche positive in tre settori: la filiera dei rifiuti, la filiera agricola e la filiera industriale: gli attori della filiera coinvolti da una diffusione maggiore del biometano sono molti ed includono le industrie sementiere, quelle delle macchine agricole, della componentistica del gas, della cogenerazione e dei costruttori di veicoli; in molti di questi settori la manifattura italiana è leader in Europa.
Non ha nominato il settore elettrico…
Per quanto riguarda il segmento dei veicoli commerciali leggeri, i veicoli elettrici non sono adeguati a tutte le missioni ma sono sicuramente più adatti ad un uso urbano, mentre quelli ibridi e a gas naturale possono essere impiegati, con maggiore efficienza e soddisfazione dell’utilizzatore, anche per il trasporto su media distanza. Occorre inoltre stabilire un ambiente favorevole agli investimenti nelle infrastrutture di ricarica, incominciando dall’avere un quadro di regolamentazione globale e armonizzato per evitare la frammentazione del mercato ed elevati costi.
In base a quanto riportato dalla Comunicazione della Commissione Europea del 2013, Clean Power for Transport: a European alternative fuels strategy, i veicoli elettrici sono adatti per missioni di trasporto per distanze inferiori a 130km, quando saranno soddisfatte altre condizioni al controno, necessarie alla diffusione del veicolo elettrico.
Iveco ha in portfolio prodotto la soluzione elettrica fin dal 1986. Oggi, Iveco commercializza il veicolo commerciale leggero Daily che rappresenta il futuro del trasporto metropolitano ed è classificato come ZEV: Zero Emission Vehicle, in quanto sfrutta la trazione elettrica al 100%, senza necessità di altri combustibili.
Una domanda su un tema di attualità, il trasporto pubblico locale. Da produttori di autobus qual è la vostra opinione su come migliorare la situazione ed adeguare il servizio alle esigenze dei cittadini?
Iveco Bus è il secondo produttore nel settore europeo dei trasporti pubblici e conosce e studia costantemente le evoluzioni del settore. Il trasporto pubblico deve puntare con decisione, senza ombra di dubbio sull’innovazione dei servizi, sulle nuove tecnologie e sul rinnovo del parco circolante.
Passiamo al settore agricolo. Cosa siete in grado di offrire per migliorarne l’efficienza e la produttività?
CNH Industrial ha ottenuto, anche recentemente, vari riconoscimenti a livello mondiale per la resa e l’ efficienza delle macchine agricole che può ulteriormente migliorare utilizzando i più avanzati sistemi di navigazione satellitare, una delle tecnologie chiave dell’Agricoltura di Precisione. Grazie all’utilizzo di sistemi GPS è infatti possibile raggiungere la massima precisione durante la guida ed una capacità di navigazione e posizionamento ovunque sulla terra, in qualsiasi momento e in tutte le condizioni. L’agricoltura di precisione consiste nel fare la cosa giusta, nel posto giusto, nel modo giusto, al momento giusto.
Quali vantaggi ottiene l’agricoltore?
La combinazione di un sistema di navigazione satellitare e di un sistema di pilota automatico, permette all’agricoltore di realizzare un risparmio medio di circa 20 euro per ettaro l’anno e, a seconda della coltura e la dimensione del campo, questi risparmi possono essere ancora più elevati.
Quali sono i mercati in espansione in questo settore?
La maggior parte dei Paesi africani hanno i più bassi livelli di meccanizzazione agricola al mondo. Basti pensare che nell’Africa sub-sahariana la produttività della terra è tra i livelli più bassi al mondo e la meccanizzazione dell’agricoltura ha registrato una stagnazione e addirittura un calo, negli ultimi anni.
Per questo il Gruppo CNH Industrial supporta attivamente le azioni del CEMA, l’Associazione Europea Macchine Agricole, volte allo sviluppo di politiche di sensibilizzazione sul tema della meccanizzazione nei Paesi in via di sviluppo, attraverso il diretto coinvolgimento di organizzazioni internazionali.
In Italia, è stata appena varata una riforma della cooperazione internazionale. Che cosa ne pensate?
CNH Industrial non può che vedere con favore la nuova disciplina sulla cooperazione italiana internazionale per lo sviluppo, al fine di garantire l’autosufficienza alimentare delle popolazioni dei paesi terzi; le politiche di cooperazione allo sviluppo devono, anche per quanto abbiamo appena discusso, infatti prevedere l’implementazione di misure per favorire la modernizzazione del settore agricolo, mediante l’introduzione della meccanizzazione nei processi.
L’Italia inoltre deve continuare a promuovere sempre più, come ci sempre si voglia fare, lo sviluppo di nuovi schemi di cooperazione con il settore privato che prevedano investimenti in soluzioni tecnologiche sostenibili uniti a programmi di formazione lavorativa qualificata.
Oltre all’ agricoltura sono diversi gli assi su cui agire per supportare i paesi terzi e grazie alla determinazione delle Istituzioni italiane siamo convinti che i risultati non tarderanno a vedersi.
Ultima domanda: Cnh Industrial sarà presente ad Expo2015?
Siamo partner ufficiali di Expo Milano 2015 il cui tema è “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Sarà un’importante occasione in cui verranno presentate le soluzioni agricole sostenibili che, combinate all’utilizzo razionale ed oculato delle risorse, permetteranno di massimizzare l’efficienza produttiva e, di conseguenza, favorire ulteriormente la sicurezza alimentare.
Il nostro Brand New Holland Agriculture è l’unico costruttore di macchine agricole che partecipa a EXPO 2015 con un proprio padiglione. Il “Sustainable Farm Pavillon” è una struttura che ospiterà il meglio della produzione in termini di tecnologia applicata alla meccanizzazione agricola e alla sostenibilità, finalizzata a soddisfare i crescenti bisogni alimentari del pianeta.
Crediamo che l’utilizzo di pratiche agricole sostenibili ed efficienti rappresenti il futuro dell’agricoltura, attraverso le quali gli agricoltori di tutto il mondo possono produrre alimenti di grande qualità e insieme energia efficiente e pulita per i fabbisogni delle loro aziende e delle comunità locali.