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Jobs Act, tutte le bizzarrie parlamentari

Matteo Renzi sembra uscito dalla pubblicità del ‘’ti piace vincere facile’’. Negli ultimi giorni è riuscito a mantenere il potere in una regione e a conquistarne un’altra nonostante lo ‘’sciopero’’ di più della metà degli elettori. Ma la mossa più fortunata gli è stata possibile alla Camera nel voto finale sul Jobs act Poletti 2.0. I suoi avversari (i più insidiosi, quelli interni; i più naif, quelli esterni) hanno pensato bene di abbandonare l’Aula al  grido ‘’i diritti non si toccano’’. Così una maggioranza (relativa) è stata in grado di votare il provvedimento senza correre alcun rischio addirittura un giorno prima del previsto. E se l’avessero fatto apposta? Ci pensino i lavoratori quando i Civati o i Fassina di turno (al pari dei compagni di merende di Fratelli d’Italia, del M5S o della Lega) diranno loro che quel provvedimento non lo hanno votato. Per tornare alla pubblicità del ‘’Gratta e vinci’’, ve li immaginate Civati e Fassina nuotare con il salvagente a paperetta?

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Nella riunione a porte chiuse dell’Ufficio di presidenza di Forza Italia, Silvio Berlusconi si è lasciato scappare – lo hanno confermato più fonti – le clausole segrete del patto del Nazareno. Per quanto riguarda la prima (quella di avere voce in capitolo nella scelta del nuovo Presidente della Repubblica) non pare esserci nulla da eccepire: in fondo è stato così anche quando venne eletto Carlo Azeglio Ciampi e nell’affidare un secondo mandato a Giorgio Napolitano. Non ci dispiace neppure che l’intesa comporti un’attenuazione della gogna per l’ex Cav. Anche questo è un segreto di Pulcinella visto che tutti, in questi mesi, hanno potuto notare come sia la carcerazione, sia l’affidamento ai servizi sociali, fossero un pro forma. Resta solo da chiedersi quali siano i meccanismi che garantiscono un minore accanimento della magistratura nei confronti di un Berlusconi filo-governativo e filo-renziano. La domanda è un po’ inquietante. O no?

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Non c’è nulla da fare. Le passioni senili dell’ex Cav si chiamano Matteo. Con Renzi ormai è in atto un’unione civile basata sulla convenienza. Con Salvini siamo allo ‘’Scusami se ti chiamo amore’’.

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L’emendamento Gnecchi al disegno di legge di stabilità sulle pensioni ha demolito un altro pezzo della riforma Fornero del 2011 ed ha ripristinato – nudo e crudo – il flagello dei trattamenti di anzianità. Una prece.

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Le Francescheidi

‘’Chi sono io per andare a leggere, nella solennità del Parlamento europeo, un discorso che sembrava scritto da Maurizio Landini?’’.

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