Davvero Carlo De Benedetti è (o è stato) socio onorario della Cooperativa 29 giugno, fulcro imprenditoriale di Salvatore Buzzi? E davvero il cooperatore Buzzi, agli arresti nell’ambito dell’indagine denominata dai magistrati “Mafia Capitale”, era presente alla cena romana di finanziamento al Pd organizzata da Matteo Renzi lo scorso 7 novembre?
La prima domanda nasce dalla lettura odierna del quotidiano il Messaggero diretto da Virman Cusenza a pagina 47. Nell’articolo firmato da Alessia Marani si legge: Buzzi “ad aprile si era perfino fatto avanti per accogliere Silvio Berlusconi condannato ai servizi sociali, in una delle sue strutture per il reinserimento. Lui che della cooperativa romana aveva reso socio onorario il più acerrimo nemico del Cavaliere, l’ingegnere Carlo De Benedetti”. In rete traccia della notizia si trova solo in un pezzo dello scorso aprile del quotidiano il Tempo diretto da Gianmarco Chiocci. Ma dal gruppo l’Espresso dicono a Formiche.net: De Benedetti non è mai stato socio onorario della cooperativa di Buzzi.
La seconda domanda (Buzzi, presidente della Cooperativa 29 giugno, era presente alla cena renziana del 7 novembre scorso per finanziare il Pd?) la sta ponendo da ore il Fatto Quotidiano senza avere fino a oggi risponde esatte, anzi. Eppure Matteo Renzi nella trasmissione Bersaglio Mobile condotta da Enrico Mentana su La 7 aveva detto che gli elenchi dei partecipanti alle cene di Roma e Milano per il finanziamento del Pd erano on line. Cercansi link.
Maggiori lumi non si rintracciano andando sul sito istituzionale della Cooperativa 29 giugno, presieduta da Salvatore Buzzi e perno romano della Legacoop già presieduta dall’attuale ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
Ma il sito istituzionale della cooperativa di Buzzi è denso di altri spunti. Si possono vedere le gallery aziendali in cui spiccano le foto con la renziana Simona Bonafè in “visita ai cantieri” e le immagini dell’incontro tra Buzzi e il sindaco Ignazio Marino, che smentiscono quanto aveva asserito il primo cittadino di Roma: “Buzzi? Mai parlato con lui”, aveva detto il sindaco della capitale.
Anche il Bilancio 2013 della cooperativa – una sorta di rivista patinata di 40 pagine con interviste, interventi e approfondimenti, oltre a qualche numero sui conti aziendali, e che ha in copertina proprio Buzzi e Poletti – è significativo. C’è ad esempio l’editoriale di Buzzi in cui si descrivono le principali attività svolte per il comune di Roma, compresi i rapporti con la municipalizzata Ama. Dopo qualche pagina c’è un’intervista all’ex direttore generale dell’Ama, Giovanni Fiscon, agli arresti come Buzzi; un’intervista all’assessore capitolino alle Politiche abitative, Daniele Ozzimo, indagato nell’inchiesta giudiziaria, marito del responsabile Lavoro del Pd, Micaela Campana; la rubrica “L’angolo del Garante dei detenuti nel Lazio”, Angiolo Marroni, padre del parlamentare Umberto Marroni, uomo di punta del Pd romano; e un intervento di Buzzi – sotto forma di lettera pubblicata dal quotidiano il Tempo – in cui il presidente della Cooperativa 29 giugno difende Claudio Scajola, Amedeo Matacena e Chiara Rizzo coinvolti in una inchiesta giudiziaria. Beninteso, scrive Buzzi nella premessa: “Sono un elettore del centrosinistra e un iscritto al Pd“.