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Legiferare in rapporto all’art. 49 della Costituzione per bloccare la corruzione nei partiti

Le indagini sul verminaio scoperto in quel dell’Urbe vanno avanti, le notizie sono copiose e preoccupanti, nel contempo si incrociano dichiarazioni truffaldine di alcuni giornalisti schierati e di esponenti politici sulla inopportunità di introdurre nella prossima riforma elettorale le preferenze, per eleggere i rappresentanti in Parlamento. Ignobili e disgustosi! Il marcio romano di sinistra e di destra viene utilizzato strumentalmente, per evitare ai cittadini di scegliersi ancora una volta i propri rappresentanti. Al danno la beffa. Il fetore della cloaca avrà stordito, fatto perdere la trebisonda ad alcuni personaggini, che entrati nel totale panico per una prossima improbabile elezione, alla luce dei fatti, cerca di garantirsi il seggio in avvenire in modo certo e tranquillo. Orfini del PD, ritenendosi Togliatti, per il solo fatto di fregiarsi di qualche mostrina partitica, sentenzia che non sono possibili le preferenze, manco se fosse il prof. Costantino Mortati. Ma tant’è. Stoltizia politica! Mi chiedo cosa c’entrino il sistema elettorale e le preferenze nei rapporti corruttivi molto organici tra partiti, cooperative rosse, amministrazione capitolina, imprenditori e intermediari? Non si tratta di casi isolati di malaffare, ma di vero e proprio sistema che accomuna tutti: destra e sinistra. E’ forse colpa del meccanismo elettorale la corruzione che attraversa l’Italia dall’Expo al Mose, dalla “cricca” alla “mafia capitale”, da Lusi della Margherita, Belsito della Lega a Fiorito capogruppo della destra in regione Lazio? O forse è anche responsabilità, se non addirittura consapevole distrazione, dei partiti nazionali, per non aver saputo o voluto vigilare sulla irreprensibile moralità dei propri uomini al centro come in periferia? Società, politica, imprenditoria se stringono un patto di ferro finalizzato agli affari ai danni di cittadini ignari, vuol dire che se ne infischiano di tutto e di tutti, qualsiasi ostacolo verrà superato. Preferenze, porcellum, italicum, consultellum, mattarellum per loro è irrilevante, non cambia niente. Allora, se c’è ancora tanta paura delle preferenze vuol dire che la classe dirigente che oggi è in sella è talmente condizionata, debole e intimidita che teme la competizione chiara, aperta e trasparente. Addirittura si potrebbe ipotizzare che con tutto lo schifo che sta venendo a galla, i capi partito abbiano qualcosa a che vedere, e che vogliono perpetuarsi per meglio controllare la situazione nei palazzi, evitando che arrivino rappresentanti indesiderati dediti a scoperchiare il pentolone del malaffare e del marcio prodotto.
Ci ritroviamo, dopo vent’anni ancora con una politica chiusa, oligarchica, autoreferenziale che pensa solo a mantenere in vita sé stessa, senza pensare al bene del Paese, anzi portandolo lentamente a morte sicura.
Per rinnovare e far risorgere la politica, dandole dignità, i partiti devono essere obbligati a strutturarsi secondo regole certe e chiare, sì da consentire una vera democrazia interna. Per poterlo fare è necessario che si approvino leggi coerenti con l’articolo 49 della nostra Costituzione, in modo concreto e reale. E’ finito il tempo delle finzioni, delle pulcinellate tipo primarie fasulle o secondarie, terziarie fantasma. Non sono più consentite.
P.S. Non sarebbe forse il caso di controllare le carte che hanno incoronato Renzi segretario PD alle primarie, per capire se tutto ha funzionato regolarmente: tesseramento, votazioni, contributi, spoglio delle schede? Un giovane presidente del consiglio, agli inizi della sua carriera, deve essere limpido come acqua di fonte, e nessuno può dubitarne.



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