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Juncker modifica l’Ue in senso atlantico-liberista

Mettler

In attesa del Consiglio europeo che inizierà domani, Jean-Claude Juncker ha iniziato a chiarire la direzione che vuole imprimere alle ormai piombate istituzioni europee. Innanzi tutto, ha annunciato il presidente, che la sua Commissione si concentrerà su una ventina di programmi europei, togliendo risorse e attenzione alle altre decine di programmi che galleggiano nelle stanze europee da quasi due decenni. Inoltre, Juncker vuole istituire un “gabinetto”, cioè una cabina di regia ristretta a pochi Commissari chiave per la realizzazione dei programmi. A quanto si capisce saranno centrali i programmi sulla competitività (attenzione, non la concorrenza!), l’innovazione, la fiscalità e il sistema bancario unico.

A conferma di questi suoi intendimenti, Juncker ha deciso di stravolgere la struttura, le funzioni e il personale dell’ufficio di consiglieri strategici del presidente della Commissione (Bepa), che fu creato da Romano Prodi. Nasce così il Centro di Policy Strategica Europea (ESPC), con maggiori poteri direttamente delegati dal presidente Juncker. L’attuale personale del bepa (una ventina di persone, effettivamente un po’ stantie) potrà ripresentare domanda di assegnazione all’ufficio. Intanto, Juncker ha nominato a capo della struttura una signora tedesco-svedese che non viene dalle fila degli euro lirici studiosi dell’europeismo annidati a Bruxelles o dalle fila funzionariali: Ann Mettler, che fino a ieri era il direttore esecutivo del Lisbon Council e precedentemente direttore del World Economic Forum (WEF). Il Lisbon Council è un think tank basato a Bruxelles e costituito nel 2003 da Paul Hofheinz, un giornalista americano del Wall Street Journal, e dall’imprenditore olandese Tjark de Lange. L’orientamento del Lisbon Council è certamente atlanticista e liberista, con ottime relazioni nei circuiti globali delle multinazionali americane. Amandosi definire “il think tank del XXI secolo” sviluppa un approccio improntato all’efficienza dei sistemi e alla competitività, all’innovazione tecnologica e digitale sia per le imprese che per i sistemi di governo.

Già nel 2013, il Lisbon Council aveva scritto una ricerca che poi sembra essere stata integrata da Juncker nel suo programma: “Piano Innovazione per l’Europa, come generare la crescita con l’innovazione e la rivoluzione digitale”. Nel 2014 ha pubblicato lo studio “Come può Juncker produrre crescita e lavoro”, firmato da Ann Mettler e da Stian Westlake (Nesta). Consiglio vivamente di leggere QUI il documento che è la vera falsariga delle proposte del neo presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Un programma già scritto, dunque!

Se Juncker andrà avanti secondo le idee del Lisbon Council ci sarà l’effetto “invecchiamento rapido” per tutta una serie di centri studi e vari cantori lirici dell’europeismo. Costoro diventeranno dei “classici”, un po’ sullo stile dei “gufi” di Renzi. Non sono escluse conseguenze anche sulla politica estera e di sicurezza dell’Ue che, nel piano, ritornerebbe sotto il controllo del presidente della Commissione. Con buona pace della Mogherini e del suo sponsor italiano.



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