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Renzi, Berlusconi, i fatti e le chiacchiere

Le Francescheidi: ‘’Dopo il successo conseguito nella mediazione diplomatica tra Cuba e gli Usa, con l’aiuto di Dio mi sono accinto ad una nuova difficile missione: portare la pace tra le correnti del Pd’’.

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Ormai sono chiare le tappe e gli obiettivi della ‘’prise du pouvoir’’ di Matteo Renzi. Al primo posto viene la nuova legge elettorale. Renzi non vuole necessariamente votare nella prossima primavera, ma vuole assolutamente averne la possibilità. Di mezzo, però, c’è la figura del prossimo Capo dello Stato. Sarà una personalità disposta ad assecondare i disegni del premier? Il problema sta tutto qui. Per far saltare la strategia del premier ragazzino c’è solo un modo: occorre bloccare l’iter dell’Italicum e dare priorità all’elezione del prossimo inquilino del Quirinale.

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Si è reso conto Silvio Berlusconi che il giudice costituzionale ancora mancante al completamento del collegio è quello che doveva essere proposto da Forza Italia? E che, per quante soluzioni indichi l’ex Cav, nessuna troverà i numeri necessari per raggiungere il quorum richiesto?

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La vicenda dei due fucilieri di Marina merita tutta la nostra solidarietà. Ci sono, però, alcuni aspetti che andrebbero meglio chiariti. Talvolta sembra che per noi non faccia troppa differenza se le vittime indiane fossero pirati o davvero pescatori scambiati per pirati. Inoltre le nostre autorità continuano a fare pressioni sul governo indiano come se potesse interferire sull’azione della magistratura. Bisognerebbe sforzarsi di comprendere la ragioni dei propri interlocutori se si vogliono risolvere i problemi. E partire dalla risposta ad una domanda cruciale: su quali prove ed argomenti si basa la convinzione dell’estraneità dei nostri connazionali ai fatti loro attribuiti?

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Jobs act Poletti 2.0. Gli schemi dei primi decreti delegati ci saranno solo a Natale. Poi a gennaio verrà la trafila dei pareri delle Commissioni parlamentari. C’era d’aspettarsi un ritardo sui tempi previsti. La guerra delle parole che ha contraddistinto l’approvazione della legge delega, prima o poi doveva misurarsi con i fatti; ovvero con le norme, dopo le chiacchiere.

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