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Libia, che cosa succede nel più grande porto petrolifero

Es Sider, il più grande porto petrolifero della Libia, è in fiamme a causa degli scontri interni tra governo di Tripoli e governo di Tobruk. In un paese in subbuglio, con lotte intestine tra i diversi gruppi – dal governo “legittimo” (di Tobruk) al governo autoproclamato (di Tripoli) fino alle milizie islamiste – che si contendono il controllo di petrolio e gas, il paese è al collasso.

L’APPARENTE INDIFFERENZA INTERNAZIONALE

Attorno alle risorse libiche, però, non si muovono solo i fronti interni. “L’indifferenza internazionale è apparente: intorno all’ex colonia c’è un gran movimento di attori che perseguono interessi propri, non quello della stabilizzazione del Paese” scrive Alberto Negri del Sole 24 Ore, che osserva come la Tunisia – fresca di voto – abbia paura di dover affrontare la presenza di campi di addestramento dell’organizzazione terroristica Ansar el Sharia, mentre, sottolinea l’inviato Negri, “nelle scorse settimane sono state segnalati movimenti di forze francesi e africane in avanzata dal Ciad verso il sud della Libia”.

IL RUOLO DELL’ITALIA

L’Italia, uno dei pochi paesi europei ad avere ancora l’ambasciatore in territorio libico, potrebbe aiutare il governo legittimo di Tobruk a spegnere l’incendio divampato ad Es Sider a causa degli scontri con il governo autoproclamato di Tripoli – riferiscono fonti di agenzia – ma solo a condizione del cessate il fuoco.

LE PAROLE DI GENTILONI

Anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha dichiarato oggi – in un’intervista ad Avvenire – che, su richiesta dell’Onu, l’Italia potrebbe intervenire in Libia. “Anche in Libia siamo pronti a esserci. A fare la nostra parte – ha detto il titolare della Farnesina – Quel Paese è al collasso e se l’Onu ce lo chiede manderemo le nostre truppe. Bisogna sempre più far passare l’idea che occuparsi dei problemi del mondo, delle guerre che ci circondano, dei fenomeni migratori non è un lusso, non è una velleità interventista, ma è una condizione indispensabile”.

(Foto: immagine di archivio)



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