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Charlie Hebdo, la blasfemia è il segnale del declino dell’Europa?

Il cognome era Napolitano / ma lo chiamavan Drago / gli amici del Rione Monti / dicevan ch’era un mago.

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Il  profilo del prossimo presidente della Repubblica tracciato da Matteo Renzi è quello di un Capo dello Stato ‘’taglianastri’’, scialbo ed ossequiente ai disegni e al volere del premier  ‘’pigliatutto’’. Le caratteristiche della personalità che dovrebbe essere chiamata alla più importante magistratura repubblicana le ha indicate, invece, Angela Merkel commentando la presidenza di Giorgio Napolitano: ‘’Un interlocutore tenuto in considerazione dal popolo tedesco’’. L’Italia ha bisogno, dunque, di un Capo dello Stato dotato di prestigio internazionale e garante del nostro Paese al posto di quella banda di quaquaraquà che ci governa e che nessuno prende sul serio (lo abbiamo visto a Strasburgo il 13 gennaio scorso). Dopo il ‘’gran rifiuto’’ di Mario Draghi solo due candidati sarebbero all’altezza di quel ruolo: Mario Monti e Romano Prodi. Ambedue hanno degli handicap, ben compensati, tuttavia, dall’esperienza e dalle qualità.

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In Lombardia, un gruppo di ex consiglieri regionali (tra cui l’ex leader sessantottino Mario Capanna) ha presentato ricorso al Tar contro la disposizione che prevede un taglio del 10% sul loro assegno vitalizio. La cosa sta suscitando, da giorni nei loro confronti, una vera e propria campagna militante sui quotidiani e i tg. Passi che di ciascuno si forniscono gli importi degli assegni, ma è inaccettabile che, avendo avuto qualcuno di loro problemi con la giustizia, si faccia, praticamente, tutto un calderone: i privilegiati sono egoisti e delinquenti. Ovviamente la scelta di questi signori è discutibile. Sarebbe stato più opportuno piegarsi al vento dell’antipolitica e cavarsela, tutto sommato, con poco. Ma costoro non violano alcuna norma rivolgendosi, in uno Stato di diritto, al loro giudice naturale, il solo che può accertare se hanno ragione o torto. In base alla legge. O sono sufficienti le sentenze inappellabili dei tribunali popolari a mezzo stampa?

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’Je suis Charlie’’. D’Accordo. Difendiamo pure la libertà di espressione diffondendo capillarmente le vignette dell’ormai celebre giornale satirico, martire del terrorismo islamico. Nessuno deve morire a causa di un disegno, qualunque sia il contenuto. Ma come la mettiamo con il vecchio adagio ‘’Scherza coi fanti e lascia stare i santi’’? Non sarà che il rifugio nella blasfemia (non solo quella verso il Profeta) costituisce un segnale del declino inesorabile del Vecchio Continente?

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