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Dove si assumerà di più (e dove di meno). La mappa delle regioni

La ripresa occupazionale potrebbe essere iniziata. Dal monitoraggio trimestrale effettuato da Unioncamere e Ministero del Lavoro nell’ambito del Sistema informativo Excelsior è emerso che entro i primi tre mesi del nuovo anno 8.400 persone in più avranno un posto di lavoro.
Il dato sui posti di lavoro aggiuntivi è stato ricavato dalla differenza tra le 209.700 persone che il sistema produttivo intende assumere nel primo trimestre e le 201.300 uscite previste.

LE TENDENZE

Il mercato del lavoro mostra slanci diversi in base alle aree geografiche e sono le imprese più grandi a vivere il periodo più propizio. Ecco che cosa si rileva dal monitoraggio di Unioncamere e dal Ministero del lavoro: “Resta negativo il saldo atteso delle imprese minori (-3.540 i posti di lavoro che andranno persi nei primi mesi del 2015), mentre riprende slancio la capacità di creare occupazione delle imprese di taglia superiore ed è ancora in rosso il bilancio tra entrate e uscite di personale del Mezzogiorno (-3.390 il saldo), mentre nel resto del Paese, e soprattutto nel Nord-Ovest, il mercato del lavoro mostra segni di ripresa”, si legge sul report ufficiale.

TUTTE LE ASSUNZIONI TRA GENNAIO E MARZO 2015

Nel primo trimestre dell’anno Excelsior ha previsto 209.700 entrate complessive che riguarderanno 165.500 lavoratori subordinati: 45.600 le assunzioni a tempo indeterminato (6.600 in più rispetto al I trimestre 2014), 71.900 quelle a termine (+2.100), 12.100 i contratti di apprendistato (+2.600), 32.800 i lavoratori interinali (+5.700). Saranno inoltre 44.200 le entrate con forme contrattuali atipiche (+7.700), ripartite tra 26.300 contratti di collaborazione a progetto (+3.200) e 17.900 lavoratori con partita Iva e occasionali (+4.500).

I SETTORI COINVOLTI

Quasi tutti i settori manifatturieri e dei servizi sembrano propensi ad aumentare la propria base occupazionale, nota Unioncamere. I saldi positivi si fanno più robusti soprattutto nella meccanica (5.300 i lavoratori in più da assumere) e nel comparto chimico-farmaceutico (+3.200) e, nei servizi, in quelli a maggior tasso di innovazione (servizi avanzati di supporto alle imprese +6.500 e Informativa e tlc +3.500).

Cala invece il dato occupazionale dell’industria alimentare (-300 il saldo), del legno e del mobile (-400) e, soprattutto, il tessile, che perderà 1.100 lavoratori. Nei servizi, invece, il commercio (-1.900), i servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (-2mila) e, soprattutto, il comparto turistico (-8.600 unità).

LE REGIONI PIU’ VIRTUOSE

In testa alla ripresa occupazionale si collocano, secondo i dati forniti da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro, le imprese della Lombardia in generale e di Milano in particolare. Vista nel suo insieme la Regione vedrà incrementare il livello occupazionale di 9.300 unità, 7.500 delle quali concentrate nella sola capitale economica italiana.

Ma a vedere il segno positivo sul bilancio entrate-uscite occupazionali, sarà anche il Piemonte (+1.600), il Veneto (+900), il Friuli Venezia Giulia (+600) e l’Emilia Romagna (+2mila). Tra le regioni del Settentrione, faranno eccezione la Liguria (-500), la Valle d’Aosta (-200) e, soprattutto, in Trentino Alto Adige (-2.200).

A trainare le regioni centrali ci sarà invece il Lazio, che si prepara a creare 2.100 nuovi posti di lavoro, con Roma che da sola supera, con un saldo attivo di 2.500 unità, il dato medio regionale.

Il Mezzogiorno presenta invece solo 3 regioni con saldo lievemente positivo e sembra destinato a perdere ulteriori 3.400 posti di lavoro entro marzo. Le difficoltà maggiori si concentrano in Puglia (-1.100 il saldo), Sicilia (-900) e Abruzzo (-800). Positivi, ma solo di alcune decine di unità, i saldi di Campania, Basilicata e Calabria.


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