All’indomani del giorno in cui la Francia si è stretta per i funerali di Stéphane Charbonnier – il direttore di Charlie Hebdo assassinato nella strage jihadista di Parigi -, il governo transalpino ha approvato nuove norme di contrasto al terrorismo islamico. Dopo l’11 settembre 2011 furono gli Usa ad approvare un pacchetto di norme per contrastare il fenomeno, il Patrioct Act. Un esempio che oggi segue anche il Vecchio Continente.
LE MISURE
Tra le azioni intraprese dall’Eliseo, c’è il divieto di lasciare il territorio per quei cittadini francesi sospettati di voler partecipare ad attività terroristiche all’estero, i cosiddetti foreign fighter. Per effetto della legge viene anche vietato di trasportare queste persone in viaggi internazionali, e viene data la possibilità di interdire amministrativamente dal territorio francese i cittadini stranieri la cui presenza in Francia venga considerata una grave minaccia per l’ordine pubblico.
IL DECRETO
Le norme sono contenute nel decreto numero 2015-26 del 14 gennaio, entrato in vigore ieri. Il provvedimento porta la firma del presidente francese François Hollande, del primo ministro Manuel Valls, di quello dell’Interno Bernard Cazeneuve e di quello dei territori d’oltremare, George Pau-Langevin.
LA STRETTA LEGISLATIVA
Sarebbero almeno 5mila i militanti della jihad – di cui molti francesi – partiti dal Vecchio Continente per combattere in Siria, Iraq, ma anche Libia e Mali. Di questi, 500-600 sarebbero già rientrati in Europa, facilitati dal possesso di un passaporto dell’Unione. Anche per questo Parigi, ancora scossa per i tragici fatti delle scorse settimane, si è affrettata a dare una risposta legislativa ai timori e al bisogno di maggiore sicurezza dei cittadini dell’Oltralpe. Ma oggi provvedimenti analoghi sono stati già realizzati o in procinto di esserlo in molti Paesi d’Europa: Uk, Germania e anche Italia.