Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Sono davvero felice che Sergio Mattarella sia il nuovo Presidente della Repubblica Italiana. Abbiamo frequentato, a Venezia, a Roma, a Milano, le grandi riunioni dei giovani democristiani, che ancora portavano il profumo del Codice di Camaldoli, il grande progetto riformista, nazionale e cattolico che ha fornito la base della nostra rinascita come Nazione, dopo i disastri senza nome della Seconda Guerra Mondiale.
Solo i cattolici potevano porsi come asse della nuova classe dirigente repubblicana italiana: erano stati protetti dalla Chiesa contro un regime apparentemente cristiano ma fortemente paganeggiante e laicista, avevano collegamenti con i grandi dibattiti culturali ed economici che si svolgevano ovunque, avevano, come cristiani, un forte e credibile legame con le masse popolari. E, lo ricordo ancora, furono i cattolici di Camaldoli a pensare la politica estera italiana in perfetto equilibrio tra fedeltà atlantica, interessi nazionali autonomi in Medio Oriente e nel Maghreb, e una politica di stabilizzazione europea che, tanti anni dopo, ha dato i suoi frutti.
Altri pensavano al programma “Unthinkable” di distruzione dell’URSS dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, come Churchill, che temeva di aver “ammazzato il maiale sbagliato”, noi, con i cattolici democratici di quegli anni, espandevamo la coesistenza pacifica fino in Oriente e oltre.
Oggi, caro Presidente, queste condizioni si stanno ripetendo: il paganesimo dei fini e degli stili di vita è ormai universale, e ci sta distruggendo anche dal punto di vista demografico e economico, soffriamo ancora di tanto provincialismo culturale e di poco aggiornate conoscenze economiche, la politica ha perso nel suo insieme quella relazione con il popolo che è essenziale per essere creduti, per chiedere sacrifici.
L’economia italiana si sta raggelando ancora. Ci sono alcuni segni di ripresa, molto piccoli, ma la loro forma e dimensione è chiaramente congiunturale. L’economia della UE rimane ancora, e probabilmente il Quantitative Easing della BCE non basterà, la locomotiva tedesca non va più avanti, dato che le previsioni per il 2015 danno una crescita di Berlino dell’uno per cento annuo, il grande boom della estrazione di petrolio e gas negli USA sta favorendo sia la crescita del PIL statunitense che la massiccia reindustrializzazione dell’economia americana. A chi venderanno le loro merci, e facendo concorrenza a chi? Molto probabilmente, sarà l’UE la vittima designata della reindustrializzazione dell’area, che si espanderà ai client-states USA nell’america latina. La Cina crescerà di circa il 7% in questo anno 2015, un tasso bassissimo rispetto a quelli ai quali ci ha abituato Pechino dal 1990 ad oggi, ma indica i costi strutturali di una crescita economica cinese maggiormente sostenibile dal punto di vista demografico, ecologico, sociale.
L’America Latina dipende ancora dai mercati delle sue materie prime, sui quali non ha voce in capitolo, mentre il Brasile ha un grave deficit infrastrutturale e l’Argentina geme sotto il peso del suo colossale debito pubblico.
Se gli USA non riciclano più il petrolio dell’area sunnita dell’OPEC, carissimo Presidente, Washington non avrà nessun interesse a sostenere la pace in Medio Oriente, e il ciclo isolazionista della politica estera americana si riaffermerà, nel solco delle tradizioni jeffersoniane del “no entanglement” americano. E allora chi, se non l’UE e gli Stati Mediterranei della NATO dovranno pensare ad una difesa avanzata, di cui mi ricordo Lei si fece autore durante il periodo in cui fu Ministro della Difesa?
E con quali soldi, e con quali alleanze, in un contesto ben diverso da quello bipolare classico, potremo stabilizzare, secondo i nostri interessi, il Nordafrica distrutto dalle ingenue e pericolose “primavere arabe”? Quale paese, se non l’Italia, può parlare ai nuovi nazionalismi non-jihadisti dell’Islam, rianimarli, riportarli nell’alveo di una alleanza con l’occidente illuminista ì, ma soprattutto cristiano, anzi, laico perché cristiano?
Si pensi poi alla Federazione Russa. Non entro qui nella annosa questione dell’Ucraina e della Crimea, lo farò in altra sede. Ma ci interessa destabilizzare Mosca quando potremo e, anzi, dovremo chiedere presto l’aiuto di Vladimir Putin per ristrutturare il quadrante mediorientale e dell’Est del Mediterraneo?
Insomma, caro Presidente Mattarella, nell’auguraLe buon lavoro, spero davvero che Lei voglia continuare quella parte della Costituzione “materiale” che riguarda la Presidenza della Repubblica inaugurata da Francesco Cossiga con le sue “picconate” e continuata poi felicemente da Ciampi e Napolitano: una Presidenza forte e capace di sostenere o modificare l’azione dei governi, senza modificare l’assetto della Carta ma sapendo che, oggi, la politica è strutturalmente debole e ha bisogno di un Maestro che, quando occorre, la guidi.
D’altra parte, il concetto di “Costituzione materiale” nacque nella mente di Costantino Mortati, uno dei nostri Maestri di Camaldoli.