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Lettera prioritaria a Poste Italiane

Caro direttore,

ho letto con interesse l’articolo sull’audizione dell’amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio in Parlamento in cui si è parlato di una possibile “correzione automatica dei prezzi” del servizio universale, di cui spesso faccio uso. Se non ho capito male, direttore, i costi per la spedizione di lettere, raccomandate e pacchi postali potrebbero lievitare per effetto del calo della spesa che lo Stato – dunque i cittadini – paga per questo servizio svolto dal gruppo controllato dal Tesoro.

Ecco, io faccio parte di quei pochi cittadini che ancora hanno l’abitudine un po’ datata di inviare lettere. Semplici lettere ordinarie, di quelle col francobollo e la busta bianca. Questa abitudine ce l’ho da circa un anno e devo dirti, direttore, che ho incontrato non pochi problemi con il servizio postale, proprio perché le lettere – che spedisco e ricevo – arrivano spesso con forte ritardo (dai 5 ai 15 giorni), quando arrivano. L’ultima di queste, infatti, spedita il 22 dicembre, non è mai arrivata a destinazione, senza contare quelle che, pur arrivate a destinazione, erano state aperte durante il viaggio.

E allora mi chiedo, e chiedo all’amministratore delegato Francesco Caio e al presidente Luisa Todini, se assieme all’aumento del costo per l’invio della corrispondenza, sia prevista anche una miglioria del servizio che è affidato a Poste Italiane e pagato dallo Stato (quindi dai cittadini) con  262,4 milioni di euro. I 70 centesimi che ora pago per spedire una lettera non sono sufficienti, a quanto pare, per avere la certezza che questa arrivi a destinazione.

Mi chiedo se pagando un euro, invece, ci saranno più probabilità che giungano a destinazione, o se, semplicemente, dovrò trovare un altro modo per far recapitare le mie lettere.



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