Scongiurata l’abolizione del diritto camerale, ed evitato il trasferimento del Registro delle imprese al ministero dello Sviluppo economico (grazie all’emendamento del relatore al ddl delega sulla Pa, Giorgio Pagliari), il riordino complessivo del sistema delle Camere di Commercio ad opera del governo si concentra sulla riduzione del numero degli enti camerali e sulla revisione dei loro compiti. Purché il tutto avvenga in tempi rapidi ed offra agli enti una maggiore certezza sulle fonti di finanziamento utili per assolvere i compiti loro assegnati, sottolinea Unioncamere.
IL VERTICE DI OGGI
Per fare il punto sullo stato di avanzamento del testo della riforma del Sistema camerale, attualmente all’esame del Senato, e per il cui voto il ministro Marianna Madia ha rimandato con un tweet alla settimana prossima, si è riunito oggi a Roma il comitato esecutivo di Unioncamere, allargato a tutti i presidenti di Camere di commercio, con il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio.
L’INTERVENTO DEL MINISTRO GUIDI
Nel suo intervento il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, si è concentrata su alcuni passaggi essenziali che prevedono un nuovo modello basato sulla presenza di una Camera per almeno 80mila imprese a cui giungere mediante l’accorpamento e la conseguente riduzione del numero delle Camere di Commercio, la revisione complessiva dei compiti per evitare duplicazioni con le altre amministrazioni pubbliche e la dismissione delle partecipazioni societarie non strettamente necessarie allo svolgimento delle funzioni assegnate.
L’ACCORPAMENTO
Il processo di accorpamento, ha sottolineato il ministro Guidi, “è di fondamentale importanza per il governo che confida in un sistema camerale in grado di dare risposte celeri alle necessità di riorganizzazione sul territorio. Il ministero dello Sviluppo economico si aspetta nelle prossime settimane numerose delibere di unificazione. Le Camere devono procedere rapidamente”, è stato l’incoraggiamento del ministro.
LE FUNZIONI
Sul secondo punto della riforma, quello relativo alle funzioni, “il nostro auspicio”, ha aggiunto il ministro, “è che, anche in questo caso, le Camere di commercio sappiano rispondere a questa sfida. Nel testo attualmente all’esame del Senato, il governo ha condiviso la necessità che una delle funzioni storicamente assegnate alle Camere di commercio, quella della tenuta del Registro delle imprese, continui a restare incardinata presso le Camere stesse”.
LA DISMISSIONE
Sulle dismissioni, ha infine spiegato il ministro Guidi, “il governo si attende segni tangibili di responsabilità. Negli ultimi anni, purtroppo, si è registrato un eccessivo proliferare di società partecipate, spesso non completamente in linea con le funzioni assegnate”.
LE RICHIESTE DI DARDANELLO
Il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, aprendo i lavori, ha chiesto al governo e al Parlamento “una riforma in tempi rapidi che dia certezze sulla mission e sulle risorse del sistema camerale”.
“L’ultima riscrittura dei principi della riforma proposta dal Senatore Pagliari nelle scorse settimane – ha aggiunto Dardanello – supera alcune delle più rilevanti criticità emerse nella precedente stesura dell’articolo 9, anche sulla base del prezioso lavoro del Parlamento. È stata quindi scongiurata l’abolizione del diritto camerale – che costituisce ad oggi la principale fonte di finanziamento del Sistema – e si è evitato il trasferimento del Registro delle imprese. Pensiamo però che su altre criticità sia ancora utile intervenire per realizzare la riforma che serve al Paese”.
“In particolare le Camere di commercio – ha concluso Dardanello- attendono certezze sulle fonti di finanziamento per poter assolvere ai compiti loro assegnati”.
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