Che succede ora di quello che resta di Scelta Civica? Domenica 8 febbraio è in programma il congresso degli ex montiani rimasti fedeli all’idea di un movimento riformatore e liberale, indipendente sia dal Pd sia dallo spappolato centrodestra. Candidato in pectore alla segretaria è il tributarista Enrico Zanetti, attuale sottosegretario all’Economia e uno degli esponenti della montezemoliana Italia Futura che poi confluì nel movimento fondato (e affondato, come ha detto in sostanza il ministro Stefania Giannini) da Mario Monti.
Proprio la prospettiva della vittoria di Zanetti al congresso ha fornito di fatto, al di là delle ragioni ufficiali messe per iscritto dagli 8 ex montiani che hanno abbandonato Scelta Civica per aderire al Pd renziano, uno dei motivi dell’esodo. Infatti la candidatura alla segreteria dell‘economista Irene Tinagli, in competizione con quella di Zanetti, era il chiaro sintomo di una parte dei gruppi parlamentari degli ex montiani (in particolare al Senato ad opera di Pietro Ichino e Linda Lanzillotta, oltre che del viceministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda) di puntare su un movimento sempre più in sintonia con il governo Renzi e il Pd renziano.
Ma da un lato l’attivismo anche sul tesseramento da parte di Zanetti, e le sortite non troppo renziane del sottosegretario (che negli ultimi tempi oltre a battibeccare con l’ex ministro Vincenzo Visco non ha avuto particolare sintonia con i vertici del Tesoro e di Palazzo Chigi, dalla questione delle partite Iva al controverso decreto sulla frode fiscale), dall’altro le avance del premier a irrobustire la componente liberale e riformatrice del Pd, ha indotto gli 8 esponenti di Scelta Civica (Gianluca Susta, il ministro dell’Istruzione ed ex coordinatore di SC, Stefania Giannini, Alessandro Maran, il vicepresidente del Senato, Linda Lanzillotta, il giuslavorista Pietro Ichino, il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, l’economista Irene Tinagli e il viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda) a dirigersi verso il Pd. Seguendo così un percorso deciso già dopo le elezioni Europee dal deputato Andrea Romano, blairiano della prima ora, già direttore della fondazione ItalianiEuropei e poi della montezemoliana Italia Futura.
Resta ora da vedere, dopo il congresso di domenica 8 febbraio, quale sarà l’approdo politico e di schieramento per quello che rimane di Scelta Civica. L’orgoglio autonomista del progetto di Zanetti, le posizioni programmatiche più in sintonia con il centrodestra da parte di una ventina di deputati come Gianfranco Librandi e Paolo Vitelli, e la sortita come quella odierna del patron di Brembo e deputato montiano, Alberto Bombassei, che ha criticato metodi e merito di molte scelte renziane, possono indurre a ipotizzare uno scenario “moderato” per quello che resta di Scelta Civica. Una comunità di uomini e idee che è seguita con attenzione in particolare da Italia Unica di Corrado Passera, dove già militano ai vertici montiani e “civici” della prima ora.